Sudan - RSF colpisce base ONU in Kordofan
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Assadakah News - Secondo le ultime informazioni, delle poche che filtrano da e per il Sudan, un attacco con droni ha colpito una struttura delle Nazioni Unite, uccidendo sei Caschi Blu e ferendone altri otto, tutti del contingente del Bangladesh. L’attacco ha colpito la base logistica delle forze di pace a Kadugli, nella regione centrale del Kordofan, nella Forza di Sicurezza Provvisoria delle Nazioni Unite per Abyei, Unisfa. L’esercito sudanese ha attribuito ai paramilitari delle Forze di Supporto Rapido (RSF) la responsabilità dell’attacco: “Rivela chiaramente l’approccio sovversivo della milizia ribelle e di coloro che la sostengono”, ha affermato l’esercito SAF in una nota.
L'attacco è stato effettuato con droni, che hanno sparato tre missili contro la base e incendiato un magazzino.
Il Segretario Generale dell'ONU, António Guterres, ha condannato fermamente l'attacco, sottolineando che tali azioni contro i peacekeeper "possono costituire crimini di guerra secondo il diritto internazionale".

Questo episodio rappresenta il primo attacco diretto contro la missione UNISFA dall'inizio della guerra civile tra l'esercito sudanese e le RSF nell'aprile 2023. La regione del Kordofan è diventata recentemente un nuovo, intenso epicentro del conflitto sudanese.
L’accaduto conferma una preoccupante escalation, con combattimenti intensi tra le Forze Armate Sudanesi (SAF) e le Forze di Supporto Rapido (RSF), che hanno causato centinaia di vittime civili e nuovi sfollati. Vittime civili in una serie di attacchi, incluso l'uso di droni, tra cui un asilo e un ospedale a Kalogi, nel Kordofan meridionale, all'inizio di dicembre. Il bilancio delle vittime è salito ad almeno 114 morti, di cui 63 bambini. UNICEF Italia e OMS hanno denunciato questi attacchi, considerati crimini di guerra.
La situazione ha portato alla chiusura dell'accesso umanitario in diverse zone, esacerbando una crisi che vede metà della popolazione sudanese soffrire di grave insicurezza alimentare. Circa 175mila persone sono fuggite dall'intera regione del Kordofan verso El-Obeid, la capitale settentrionale, solo nell'ultimo mese.
La RSF ha preso il controllo di alcuni giacimenti petroliferi, come quello di Heglig nel Kordofan occidentale, causando perdite economiche significative per il governo.
L'Alto commissario per i diritti umani dell'Onu, Volker Turk, ha espresso preoccupazione che nel Kordofan si possano ripetere le atrocità già viste in altre zone del Sudan, come El-Fasher. La mancanza di comunicazioni e internet rende difficile la trasmissione di notizie affidabili. La situazione rimane volatile e rappresenta una delle peggiori crisi umanitarie globali, con milioni di sfollati e vittime civili.
Più di 100 persone, tra cui decine di bambini, sono state uccise nel Sud Kordofan, nel Sudan meridionale, nuovo epicentro del conflitto. Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha scritto che paramedici e soccorritori sono stati attaccati mentre cercavano di trasferire i feriti dall’asilo all’ospedale. In un comunicato, il ministero degli Esteri sudanese ha condannato gli attacchi, attribuendoli alle Forze di supporto rapido (RSF) e sostenendo che siano stati condotti con droni.
Secondo il direttore dell’OMS, sono state utilizzate armi pesanti e il bilancio delle vittime è di 114 morti, tra cui 63 bambini, e 35 feriti. La maggior parte dei bambini è morta nel primo bombardamento, mentre genitori e personale medico risultano fra le vittime colpite in seguito.
Il Kordofan è il nuovo epicentro del conflitto sudanese. Più di 700 persone sono state sfollate in un solo giorno negli Stati del Nord e del Sud Kordofan, nel Sudan meridionale, a causa del deterioramento della sicurezza e degli attacchi dei paramilitari ribelli della Forza di Supporto Rapido. Lo ha riferito l’Organizzazione Internazionale per le migrazioni (Oim). Molti gli attacchi a villaggi isolati, come Imran, nella località di Ar-Rahad (Nord Kordofan), o Kaiga Al-Khayl, nella località di Kadugli (Sud Kordofan), dirette verso diverse zone del Sud e del Nord Kordofan. Stando alle Nazioni Unite, oltre 41mila persone sono fuggite dalle violenze nel Nord e Sud Kordofan nell’ultimo mese.
Kadugli è sotto assedio da parte della RSF e del Movimento Popolare di Liberazione del Sudan-Nord, con bombardamenti ripetuti di artiglieria e droni. Il rappresentante Unicef in Sudan, Sheldon Yett, ha dichiarato che a Kadugli è confermata la situazione di carestia.
Da settimane i tre Stati del Kordofan sono teatro di combattimenti intensi, decine di migliaia di persone sono fuggite dalle proprie case. La RSF controlla cinque dei 18 Stati del Sudan, l’intera regione del Darfur salvo porzioni settentrionali del Darfur Settentrionale, mentre l’esercito SAF mantiene il controllo della maggior parte degli altri 13 Stati, comprese le regioni meridionali, settentrionali, orientali e centrali e la capitale, Khartoum.







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