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Co-Mai – Ferma condanna per episodi di razzismo e violenza

Aggiornamento: 1 lug 2023

Assadakah News Agency - La Comunità del mondo araba in Italia (Co-Mai) condanna ed esprime preoccupazioni per i recenti gravi episodi come l’'uccisione del 17enne Nahel in Francia, e il Corano bruciato in Svezia. Il presidente Co-Mai, Foad Aodi, esprime personalmente solidarietà e vicinanza alla famiglia del giovane Nahel, e sostiene con fermezza l’appello della madre per ribadire il “no” alle provocazioni e alle offese all’Islam.

Al termine della terza notte di scontri scoppiati dopo l'uccisione del 17enne Nahel, a Nanterre, da parte di un agente di polizia, 667 persone sono state tratte in arresto. Lo ha riferito su Twitter il ministro degli Interni francese, Gerald Darmianin: "La scorsa notte, la nostra polizia, i gendarmi e i vigili del fuoco hanno affrontato coraggiosamente episodi di rara violenza. Rispettando le mie istruzioni, hanno effettuato 667 arresti".

Nei disordini sono rimasti feriti 249 fra poliziotti e gendarmi, mentre sono stati migliaia gli incendi divampati nella sola città di Parigi e innumerevoli i casi di saccheggio e devastazioni in molte altre città francesi. Emmanuel Macron lascia il Consiglio europeo per fare rientro a Parigi, dove presiederà una nuova riunione dell'unità di crisi interministeriale convocata dopo la terza notte di violenze in Francia a seguito della morte del diciassettenne Nahel, ucciso a Nanterre da un poliziotto.

Il presidente è stato "pienamente informato degli eventi", ha fatto sapere uno dei consiglieri di Macron a margine dei lavori del vertice UE. Lo stato d'emergenza non è più escluso L'opzione di instaurare lo stato d'emergenza in Francia per la rivolta delle banlieue non è più esclusa.

“No” a violenza e provocazioni, “si” a dialogo e a rispetto reciproco. Foad Aodi esprime massima preoccupazione per il clima che si sta creando nei confronti di migranti, rifugiati, arabi e musulmani, senza nessuna proposta concreta dal mondo politico in Europa. Co-Mai si appella a tutti i Paesi europei, davanti ad episodi gravissimi come questi, perché i governi si assumano le proprie responsabilità, e perché tutelino tutti senza distinzione, promuovendo politiche a favore della solidarietà, della conoscenza, del dialogo interculturale e del rispetto reciproco. Co-Mai chiede chiarezza e giustizia per #Nahel e perché chi ha sbagliato ne renda conto alla giustizia.

“E’ assolutamente urgente una precisa normativa, in Francia e in Europa, perché ogni pregiudizio e ogni discriminazione vengano messe al bando. Questi episodi gravissimi vanno contro ogni tentativo e sforzo collettivo per l'integrazione e il dialogo interculturale e interreligioso, come ha chiesto l'ONU alla Francia, per affrontare seriamente i gravi problemi di razzismo e discriminazione sociale all'interno delle forze dell'ordine”.

Così ha dichiarato Ravina Shamdasani, portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, in una conferenza stampa a Ginevra, in merito alla morte dell'adolescente di Nanterre per mano della polizia.

Nahel M., 17 anni, studiava per conseguire il diploma da elettricista e nel frattempo lavorava come fattorino e giocava a rugby. È stato ucciso martedì da un poliziotto che gli ha sparato al cuore da distanza ravvicinata. Così dichiara il Presidente dell'Amsi (Associazione Medici di origine straniera in Italia, e della comunità del mondo arabo in Italia (Co-Mai). Inoltre, il presidente Co-Mai, Foad Aodi, condanna l'episodio gravissimo accaduto in Svezia dove un ragazzo ha bruciato una copia del corano: “Sono provocazioni estremamente gravi. Noi rispondiamo con il nostro importante impegno del dialogo interculturale e interreligioso da anni, sia in Italia che in Europa, e basti ricordare #CristianinMoschea il 11.09.2019, e le altre numerose iniziative, che evidenziano i pericoli del terrorismo ed esaltano la difesa di tutti i valori e tutte le religioni. Purtroppo questo sforzo non viene riconosciuto e apprezzato da molti, compresi alcuni giornali e stampa italiana e europea. Per questo chiediamo maggiore rispetto per tutte le religioni”.

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