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Dossier Economia - Investire in Tunisia

Assadakah News Agency - Quarta tappa del viaggio nell’economia del mondo arabo alla scoperta delle possibilità di investimento, in Tunisia, che con i suoi 10 milioni di abitanti, è il paese meno popoloso di tutta l’area maghrebina e del mondo arabo, dopo la Libia. A differenza di quest’ultima, però, la Tunisia risulta etnicamente molto omogenea e poco divisa a livello tribale e clanico, elemento che ne rafforza la coesione interna. La quasi totalità dei tunisini, circa il 98% della popolazione, è araba, mentre la minoranza berbera e quella ebrea rappresentano ciascuna l’1% della popolazione. La composizione etnica si riflette perfettamente a livello religioso: il 98% della popolazione professa la religione musulmana sunnita, mentre vi sono piccole minoranze cristiane e afferenti alla religione ebraica.

Istruzione ed educazione

In Tunisia vive una comunità ebraica di circa 1500 persone, soprattutto sull’isola di Djerba, dove vi sono una delle sinagoghe, el Ghriba, e una delle comunità ebraiche più antiche di tutto il mondo arabo. La libertà di culto è garantita dalla Costituzione tunisina, che ricalca in parte quelle europee ed è una delle più laiche e secolari di tutto il mondo arabo, nonostante preveda l’Islam come religione ufficiale.

La Tunisia vanta livelli di istruzione elevati e un sistema educativo tra i più efficienti della regione. Il tasso di alfabetizzazione è superiore a quello di molti altri paesi maghrebini e mediorientali, specie per quanto riguarda le fasce giovanili, e sono molti i tunisini che studiano in università estere. La spesa per l’istruzione della Tunisia, d’altra parte, è la più alta di tutta la regione e una delle più alte al mondo.

A differenza di molti altri paesi mediorientali e, in particolare, maghrebini, l’economia tunisina è interessata da una peculiarità strutturale che consiste nel non avere sul proprio territorio una rilevante disponibilità di risorse naturali, in particolare idrocarburi. Il paese produce gran parte dell’energia consumata, ma non ha risorse da esportare. Tale condizione ha fatto sì che, rispetto ad altri attori regionali, il sistema economico tunisino divenisse più dipendente dai rapporti con i paesi europei. Questi ultimi rivestono un’importanza vitale per la Tunisia, viste le relazioni commerciali, gli investimenti e i flussi turistici che contribuiscono a mantenere l’economia nazionale in condizioni relativamente buone.

Dopo la Libia, infatti, la Tunisia è, in termini di Pil pro capite, il paese più ricco di tutta la fascia maghrebina.

Gli incentivi e i vantaggi fiscali, regolati dall’Investment Incentives Code, confermano il buon grado di apertura della Tunisia a commercio e investimenti esteri. Tra gli incentivi comuni si trovano agevolazioni fiscali sugli utili e proventi reinvestiti, l’esenzione dai dazi doganali sull’importazione di beni strumentali non reperibili sul mercato interno, la riduzione dell’IVA sull’importazione di beni strumentali (Finance Act del 1999). Specifici incentivi sono previsti per le imprese esportatrici, per investimenti realizzati nelle aree di sviluppo regionale, progetti agricoli, di tutela ambientale e trattamento dei rifiuti.

Grandi occasioni

Molteplici i benefit per investimenti nelle zone comprese nel piano di sviluppo regionale: agevolazioni fiscali, esenzione sugli utili e proventi reinvestiti; deduzioni dalla base imponibile sui redditi delle persone fisiche e gli utili della società per investimenti nei settori industria, turismo, artigianato, servizi; assunzione da parte dello Stato dei contributi sociali a carico dei datori di lavoro; contributi statali alle spese straordinarie per infrastrutture, per servizi e nel comparto turistico, per investimenti realizzati da imprese artigiane che impiegano almeno 10 persone, per progetti realizzati nelle aree interessate da riconversione.

Gli investimenti destinati allo sviluppo agricolo beneficiano di esenzione totale sugli utili e proventi reinvestiti, esenzione totale dell’imposta sugli utili per i primi dieci anni di attività, esenzione dai dazi doganali sull’importazione di beni strumentali che non hanno controparti nella produzione locale, possibilità di contributi statali alle spese di infrastrutturazione e bonus sul valore dell’investimento.

Gli investimenti effettuati per la tutela ambientale e il trattamento dei rifiuti godono dei seguenti incentivi: riduzione del 50% dell’imposta sugli utili e proventi reinvestiti

tassazione degli utili con aliquota del 10%; premio d’investimento pari al 20% del suo valore; sospensione dell’IVA su specifici beni capitali.

Il sistema tributario tunisino prevede una sola imposta sui redditi delle persone e sugli utili delle società. L’aliquota d’imposta sulle società è di norma del 30%, del 10% per società agricole, artigianato e piccoli mestieri, del 35% per alcuni settori limitati.

I settori di interesse

Sono molti i settori economici in cui è conveniente aprire un’attività in Tunisia. Il più importante è quello manifatturiero, in particolare quello tessile. Trattandosi di un settore che non richiede un particolare tipo di qualifica, le persone del posto possono essere facilmente impiegate con il vantaggio che il costo della manodopera è basso ed è presente in abbondanza in Tunisia. I capi realizzati vengono in genere esportati.

Altro importante settore in cui è conveniente aprire un’attività è quello dell’aeronautica: la Tunisia gode di una posizione geografica davvero eccellente sia per lo sviluppo dei rapporti commerciali con il resto d’Europa, sia con gli altri Paesi dell’Africa.

Infine, un settore in costante sviluppo è quello delle telecomunicazioni. Sono molti i call center in Tunisia. A essere assunti in molti casi sono gli stessi tunisini poiché molti di loro conoscono la lingua italiana, anche grazie alla diffusione del tv italiana all’interno del Paese.

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