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Egitto – Sicurezza idrica ed economia dei combustibili


Assadakah Cairo - L'Egitto non accetterà che venga messa in discussione la propria sicurezza idrica. Lo ha detto il presidente egiziano, Abdel Fatah al Sisi, durante l'incontro con l'omologo della Repubblica democratica del Congo, Felix Tshisekedi. Lo riferisce il portavoce della presidenza egiziana, Bassam Radi, su Facebook. Tshisekedi, presidente di turno dell'Unione africana ha avviato una visita regionale che comprende anche tappe in Sudan ed Etiopia con l'obiettivo di riavviare i colloqui trilaterali sulla grande diga della rinascita etiope (Gerd). "L'Egitto non accetterà che venga toccata la propria sicurezza idrica. Pertanto, deve essere raggiunto un accordo legalmente vincolante per preservare i diritti sull'acqua dell'Egitto e risparmiare alla regione ulteriori tensioni e instabilità", ha detto Al Sisi. La visita arriva mentre l'Etiopia è determinata ad andare avanti con il secondo riempimento della Gerd sul Nilo Azzurro, nonostante gli avvertimenti da par te dell'Egitto e del Sudan, ovvero i Paesi a valle, di non farlo prima di aver raggiunto un accordo globale. L'Egitto afferma che il secondo riempimento ridurrebbe il normale flusso d'acqua a 2 miliardi di metri cubi dai 22 miliardi di metri cubi attuali per tutto luglio e agosto. Il presidente Al Sisi ha confermato la fiducia dell'Egitto verso gli sforzi di Tshisekedi e la sua capacità di affrontare la questione legata alla Gerd. Al Sisi ha anche affermato il sostegno del suo Paese a tutti questi sforzi nel quadro del percorso negoziale sotto gli auspici della Repubblica Democratica del Congo, presidente in carica dell'Unione Africana, e la partecipazione di attori internazionali con l'obiettivo di raggiungere un accordo legalmente vincolante sul riempimento e il funzionamento della Gerd. Tshisekedi, da parte sua, ha confermato la volontà di intensificare il coordinamento con l'Egitto su questa "questione delicata" per aiutare tutte le parti a realizzare gli ambiti progressi nei colloqui trilaterali. Tshisekedi ha elogiato gli sforzi dell'Egitto per raggiungere un accordo equo ed equilibrato che tenga conto degli interessi dei tre Paesi. Nel frattempo, il ministro Petrolio, Tarek el Molla, ha confermato un calo del 35% nelle importazioni di combustibili nell'anno fiscale 2019/2020, durante la cerimonia per il lancio di una piattaforma digitale sulle prospettive di investimento nel settore del petrolio e del gas.

Il governo egiziano mira a essere autosufficiente nel settore dei prodotti combustibili entro il 2023, attraverso una serie di progetti in corso per espandere, sviluppare e migliorare le raffinerie a livello nazionale. Il settore del gas naturale egiziano è cresciuto del 25 per cento nell'anno fiscale 2019-2020, rispetto al -11% nel 2014-2015. Lo ha annunciato il ministro del Petrolio egiziano, Tarek el Molla, durante il lancio di una piattaforma digitale denominata "Egypt a Regional Hub for Energy; Reforms and Prospects in Oil and Gas Sector". La piattaforma e' stata lanciata dal ministero della Cooperazione internazionale, alla presenza di El Molla e di numerose compagnie petrolifere e del gas mondiali. "Il settore del gas naturale ha fatto una storia di successo, passando da una crescita negativa fino all'11 per cento nel 2015 a una crescita positiva fino al 25 per cento nel 2020, grazie al raggiungimento dell'autosufficienza del gas naturale e al surplus destinato all'esportazione, in particolare dagli impianti Gnl di Damietta e Idku", ha sottolineato El Molla.

Nell'anno fiscale 2019/2020, il settore petrolifero e del gas hanno contribuito a generare il 24 per cento del Pil, ha sottolineato El Molla. Inoltre, ha proseguito il ministro, l'Egitto ha ricevuto investimenti per un valore fino a 74 miliardi di dollari nel periodo dal 2014/2015 al 2019/2020 nel settore del petrolio e del gas. Intervenendo alla cerimonia di lancio della piattaforma, la ministra della Cooperazione internazionale, Rania al Mashat, ha affermato che la piattaforma coordinativa congiunta mira a evidenziare i settori economici che hanno visto riforme drastiche negli ultimi anni e ad aprire alla partecipazione del settore privato. "Attraverso la piattaforma, il ministero della Cooperazione internazionale promuoverà riforme e mega progetti che vengono portati avanti in collaborazione con le istituzioni statali competenti", ha concluso Al Mashat.

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