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Gaza - Continua la vergogna dell’Europa

Roberto Roggero* - Da molto Israele ha passato i limiti, e il pretesto del “diritto alla difesa” ha ormai fatto il suo tempo, ma finalmente pare che, almeno ufficialmente, l’Unione Europea si sia finalmente schierata, non tanto dalla parte della popolazione palestinese, ma dalla parte dei diritti umani. Nonostante questo, il governo sionista continua imperterrito a ordinare bombardamenti, con aerei e carri armati.

Netanyahu celebra la “grande vittoria strategica” contro vecchi, donne e bambini, anche di fronte alla posizione contraria, ribadita di Germania e Francia e agli appelli dell’ONU, che definisce la Striscia di Gaza il luogo più affamato al mondo.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha annunciato che a giugno presiederà, insieme all’Arabia Saudita, una conferenza internazionale sulla Soluzione dei due Stati, denunciando ufficialmente il genocidio in atto a Gaza, e avvertendo che i Paesi europei potrebbero "irrigidire" le posizioni verso Israele. Anche il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, ha affermato che la Germania sta valutando (alla buon’ora) se quanto avviene a Gaza sia compatibile col diritto internazionale, e ha lasciato intendere che se la risposta fosse negativa potrebbero essere sospese forniture di armi a Israele…che comunque stanno continuando… Per quanto riguarda l'Italia, meglio non avanzare commenti, viste le conseguenze per chi si schiera dalla parte dei diritti umani, e la tanto celebrata quanto inesistente libertà di stampa e opinione.

Il ministro israeliano della Difesa ha replicato: "La recente approvazione di 22 nuovi punti di insediamento ebraico in Cisgiordania rappresentano una svolta storica, e se l’Europa riconoscerà sulla carta uno Stato palestinese, il documento finirà nella spazzatura della Storia. È il momento di intervenire con tutte le nostre forze a Gaza”.

Intanto, mentre la diplomazia internazionale continua con discorsi di circostanza, è stata evacuata una vasta area nel nord della striscia, nei pressi di Jabalya, due giorni dopo lo sgombero forzato di Khan Yunis, la più importante città del sud della Striscia.

Decine di bulldozers dell’esercito israeliano continuano a radere al suolo edifici e a livellare zone evacuate, puntando a rendere la situazione talmente insopportabile da causare un “esodo spontaneo”. Da Tel Aviv gli ordini sono di completare l’occupazione del 75% della Striscia di Gaza entro 60 giorni.

(*Direttore responsabile assadakah News)

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