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Gaza - Diffusa dichiarazione del capo di Hamas

Assadakah Beirut - Due anni fa Hamas aveva diffuso un’immagine del Consiglio Politico, formato da 20 membri, fra cui due donne. Uno di questi era Ghazi Hamad, e la stessa immagine è ora riproposta dai media israeliani per indicare il nemico numero uno, e tenere il conto dei membri del Consiglio che il Mossad riesce a eliminare. Lo scorso 10 ottobre i servizi speciali israeliani ne hanno eliminato uno, il 16 un atro, poi una delle due donne il 19 ottobre. Rimangono 16 membri del Consiglio, ricercati dagli israeliani, ovvero il nucleo, lo zoccolo duro che ha pianificato l’attacco del 7 ottobre.

Ghazi Hamad è tornato a farsi sentire con una dichiarazione nella quale smentisce che il motivo dell’attacco di Hamas era impedire il riconoscimento di Israele da parte dell’Arabia Saudita, come è stato insinuato, perché la guerra di Hamas è iniziata molti anni fa, non certo di recente. Dal 2009 inoltre, ci sono stati sei episodi in cui la violenza è scoppiata in guerra aperta e, secondo la dichiarazione di Hamad: “E’ stato sempre Israele a scegliere il momento, mentre ora l’iniziativa è stata palestinese, per vendicare anni e anni di violazioni dei diritti in Cisgiordania e Gaza, per i civili molestati ai check point, uccisi a Jenin, Nablus, Gerusalemme, per l’inerzia dei vari mediatori. Siamo stati costretti a passare all’offensiva e prendere la palla in mano, o la situazione sarebbe rimasta in stallo. A Gaza ci sono già oltre ottomila morti, ma il popolo palestinese non si fa spaventare, non sono certo i primi massacri commessi dagli israeliani…Dagli anni ’40 del secolo scorso se ne contano a decine. La situazione impone una scelta: o la pace o la guerra. Il presidente Abu Abbas è uomo di pace, ma che cosa ha ottenuto? Niente, anzi, sono aumentati i coloni israeliani, le confische di terre, l’isolamento di Gaza e della Cisgiordania, e tutto questo non solo per la politica aggressiva es estremista di Netanyahu. Non c’è mai stato un momento buono per concedere qualcosa ai palestinesi, ma solo per allargare il controllo israeliano. Non ci hanno lasciato altra scelta se non la violenza. Israele ha l’arroganza di chi ha dietro gli americani e se ne infischia del diritto internazionale. Pensa: perché ascoltare Hamas se possiamo sconfiggerla? Beh, si sono sbagliati, l’operazione Al-Aqsa sta cambiando il Medio Oriente. Noi siamo vittime di una occupazione, e secondo il diritto internazionale, siamo pienamente legittimati a combattere l’invasore, che invece tenta di rivoltare la verità, proclamando il proprio diritto a difendersi. Da anni lo chiediamo al mondo: fate finire l’occupazione, perché Israele non è uno Stato pacifico. Ha bombardato Libano, Siria, Iraq, Arabia Saudita, Iran…Ora abbiamo dato una scossa, provocato un grande choc, così vediamo se la comunità internazionale si attiverà concretamente per impedire una ulteriore escalation. Sappiamo che la scelta che abbiamo fatto ha un prezzo enorme, ma era necessario. Sono anni che lottiamo da soli, e da soli siamo riusciti a dimostrare la falsità del mito dell’invincibilità di Israele Non potevamo farlo senza considerare un prezzo da pagare, ma se dovesse servire siamo a farlo ancora”.

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