Gaza - L'università rinasce fra le macerie
- 9 ore fa
- Tempo di lettura: 3 min
Roberto Roggero* - Un insegnamento sopra tutti: che cosa vuol dire forza di volontà, resilienza, resistenza. I palestinesi lo insegnano da sempre, proprio perché sono il popolo più colpito dall’odio, che nella maggior parte dei casi deriva dall’ignoranza. E con il concetto che l’ignoranza è la peggior nemica della pace e della convivenza, i palestinesi dimostrano ancora una volta come non sia possibile essere sconfitti.
Da oltre 75 anni Israele occupa la Palestina, la bombarda. Negli ultimi tre anni i bambini palestinesi sono nati unicamente sotto le bombe, e purtroppo molti di loro non potranno vedere un domani. Oltre 20mila, presi deliberatamente di mira da tiratori scelti, droni teleguidati, poliziotti delle forze di occupazione. Ed è questo un ulteriore insegnamento e dimostrazione di volontà fuori dal comune: fare nascere bambini durante un genocidio, ovvero determinazione a portare avanti la vita.

Anche papa Leone XIV, pontefice moderato, ha affermato che la sola possibilità di avere un futuro per questa terra martoriata è la Soluzione a Due Stati, che Israele continua a impedire, mentre la Palestina di fatto ha riconosciuto lo Stato israeliano, sebbene non si sia ancora lasciato andare all’uso del termine “genocidio”, che invece il precedente papa, Francesco, ha usato in diverse occasioni.
Israele vuole solo distruggere, uccidere, occupare e colonizzare. In tal senso non basta ammazzare i palestinesi a cominciare dai più piccoli, ma occorre distruggere tutto quello che rende una società tale, e quindi radere al suolo scuole, ospedali, moschee e lughi di culto. Per questo è stata bombardata l’università di Gaza, nata nel 1978, quando l sviluppo delle colonie illegali ha avuto notevole impulso dal governo di Ariel Sharon. L’ateneo palestinese ha subito diverse incursioni, dal dicembre 2008 (operazione “Piombo Fuso” che causò la morte di oltre mille palestinesi), luglio e agosto 2014 (oltre 1.500 morti, fra cui 800 bambini) durante quello che oggi è ricordato come “Black Friday”, la ritorsione israeliana al rapimento di un soldato da parte di Hamas, con l’aviazione israeliana scatenata anche su Rafah, giorno in cui sono stati massacrate oltre 150 persone in sole 24 ore.
L’edificio principale dell’Università di Gaza è stato fra i primi obiettivi della rappresaglia israeliana dell’ottobre 2023, e uno fra i più rappresentativi docenti, il professor Sufyan Tayeh, è stato assassinato con l’intera famiglia da un drone israeliano che ha attaccato direttamente attaccato la sua casa, a Jabalia.
E’ un fatto, l’istruzione e la cultura palestinese è fra i più pericolosi nemici del governo sionista, e propri per questo oggi l’università di Gaza risorge dalle proprie ceneri e comincia nuovamente le lezioni, dopo l’ultima ondata di guerra costata centinaia di migliaia di vittime e feriti. I giovani sopravvissuti palestinesi sono tornati a studiare all’interno delle aule distrutte, degli edifici danneggiati, fra le macerie, sui luoghi dei massacri. Sono tornati per restare.
Il preside, professor Asaad Yousef Asaad ha dichiarato “E’ un giorno storico, torniamo all’istruzione nonostante la tragedia e la crudeltà lasciate dal genocidio. I palestinesi, come tutti sanno, amano la vita, la cultura e l’istruzione”.
Tornano gli studenti delle facoltà che hanno reso celebre l’università di Gaza: Arte, Scienze, Economia e Amministrazione, Tecnologia Informatica, Educazione, Sharia e Giurisprudenza Intenazionale, Ingegneria Infermieristica, Scienze della Salute, Usul Al-Din (Principi Fondamentali della Religione). Tornano anche gli studenti di Infermieristica e Medicina, coscienti di essere a loro volta probabili bersagli, perché diventeranno infermieri e chirurghi, che potranno salvare la vita a qualche bambino colpito da una bomba oppure da un cecchino che non sapeva come impiegare il tempo…
(*Direttore responsabile Assadakah News)







Commenti