Gaza - Un altro giornalista ucciso e uno ferito
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Roberto Roggero* - Solidarietà e sostegno ai colleghi palestinesi che ogni giorno rischiano di morire, bersagli preferenziali degli israeliani, i quali ieri, 5 dicembre, hanno ucciso un altro reporter, Mahmoud Wadi. Il drammatico tributo pagato dai colleghi palestinesi continua ad aumentare, sono già oltre 350 gli operatori dell’informazione uccisi mentre svolgono il proprio lavoro. Mahmoud Wadi, fotoreporter palestinese, è stato ucciso da un drone israeliano a Khan Yunis, nel sud della Striscia. L’attacco ha colpito l’area di centrale dell’abitato, in zona che secondo le autorità locali rientra nello “spazio sicuro” definito dagli accordi di cessate il fuoco.

Wadi stava lavorando con la sua macchina fotografica quando il drone ha centrato la tenda in cui si trovava. L’immagine che circola dal Nasser Hospital lo ritrae disteso sulla barella, avvolto nel telo bianco, con il giubbotto blu “PRESS” appoggiato sul corpo. La stessa scena di lutto che si ripete da mesi in obitori e corridoi d’ospedale di tutta la Striscia. Nello stesso attacco è rimasto ferito Muhammad Abdel Fattah Aslih, giornalista e fratello di Hassan Aslih, fotografo ucciso a maggio in un precedente attacco di droni contro il complesso del Nasser Hospital.
Nelle stesse ore in cui veniva celebrato il funerale di Mahmoud Wadi, in Cisgiordania l’esercito israeliano uccideva due adolescenti palestinesi, in episodi distinti a Hebron e a nord di Ramallah. A Hebron hanno sparato a Muhannad al Zughair, 17 anni, accusandolo di un investimento volontario che avrebbe ferito due soldati. Secondo il racconto raccolto da Al-Jazeera, non risulta alcuna inchiesta indipendente sull’accaduto. Il ragazzo ferito, ha cercato di fuggire verso la città ed è stato ritrovato poco dopo, già morto, all’interno di un’auto. Il corpo è trattenuto dall’esercito israeliano, pratica divenuta routine: le famiglie restano senza salma e senza possibilità, quindi, di fare un funerale al ragazzo.
A nord di Ramallah, vicino al villaggio di Umm Safa, è stato ucciso Muhammad Asmar, 18 anni. Le forze armate sostengono che il giovane avesse tentato di pugnalare dei soldati nei pressi di un insediamento. Testimonianze raccolte sul posto raccontano invece che l’adolescente era già immobilizzato a terra quando è stato colpito di nuovo e lasciato sanguinare per ore.
In tutta la Cisgiordania occupata proseguono incursioni militari nei villaggi, assalti dei coloni, demolizioni di case e reparti d’ospedale, con attacchi documentati anche intorno a tre strutture sanitarie di Hebron e alla zona di Walaja, vicino a Betlemme.
(*Direttore responsabile Assadakah News)






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