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Giordania - Abdallah e Rania con la Palestina

  • 28 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Assadakah Amman - "I Paesi arabi si uniranno alla forza internazionale proposta dagli Stati Uniti a Gaza solo se la sua missione sarà quella di mantenere la pace e non quella di far rispettare una legge unilaterale". Lo ha dichiarato il re di Giordania Abdallah II. "Qual è il mandato delle forze di sicurezza all'interno di Gaza?", ha chiesto il re giordano. "Speriamo che sia un impegno di mantenimento della pace, perché se fosse un impegno di mantenimento della pace, nessuno vorrebbe toccarlo", ha aggiunto.

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"Il mantenimento della pace significa stare lì a supportare le forze di polizia locali, i palestinesi, che Giordania ed Egitto sono disposti ad addestrare in gran numero, ma questo richiede tempo", ha detto il re. "Se ci muoviamo in pattuglia per Gaza armati, non è una situazione in cui nessun Paese vorrebbe essere coinvolto", ha sottolineato.

Da parte sua, la regina Rania ha criticato la comunità internazionale per non essere riuscita a fermare la guerra per due anni. "Sapete cosa significa essere stati genitori negli ultimi due anni? Vedere i propri figli soffrire, morire di fame, tremare di terrore, e non poter fare nulla al riguardo, e sapere che il mondo intero sta guardando e non può fare nulla. Quell'incubo è l'incubo di qualsiasi genitore, ma quell'incubo è la realtà quotidiana dei palestinesi negli ultimi due anni".

La regina, di origine palestinese, ha elogiato il presidente Trump per i suoi sforzi: "A suo merito, Trump è stato il primo presidente da molto tempo a fare pressioni su Israele. In precedenza, quando superavano i limiti, il presidente degli Stati Uniti si limitava a dire qualche parola di rimprovero o a dare loro una bacchettata sulle mani. Il presidente Trump è riuscito a convincere Netanyahu ad accettare un cessate il fuoco. E spero che continui a impegnarsi in questo processo".

La regina Rania ha dichiarato che sperare in questo non era ingenuo, ma una forma di sfida. "Credo davvero che palestinesi e israeliani possano convivere fianco a fianco. Nel clima attuale c'è troppa animosità, troppa rabbia, dolore, odio e cinismo tra i due popoli per riuscire a forgiare una pace da soli. Non sono ingenuo. Ma credo che, con la spinta della comunità internazionale, questa sia l'unica via. Tante volte negli ultimi due anni, la speranza è sembrata sfuggente. Scegliere la speranza non è stato facile... è difficile, è pesante. Ma è l'unica strada che non nega i palestinesi né tradisce la loro lotta o la nostra umanità".

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