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Gli azeri massacrano gli armeni delle zone della resa


Letizia Leonardi (Assadakah News Agency) - Hanno ottenuto tutto il Nagorno Karabakh ma agli azeri non basta: vogliono un territorio senza armeni. Attivisti azeri per i diritti umani provenienti dalla Francia hanno riportato notizie agghiaccianti. Secondo la loro testimonianza i sei soldati della forza di pace della Federazione Russa, uccisi in Arsakh (Nagorno Karabakh) tre giorni fa, sarebbero stati uccisi su ordine personale del generale Ali Nagiyev, capo del servizio di sicurezza della Repubblica dell'Azerbaijan. Sono stati informati da un uomo il cui fratello, in qualità di ufficiale, partecipa lui stesso alla cosiddetta operazione antiterrorismo in Karabakh. Secondo il suo terribile racconto, le truppe azere nella notte del 19 settembre, hanno fatto irruzione nella parte settentrionale del Nagorno Karabakh prendendo con la forza il paese di Drombon e circondando i villaggi di Vardadzor, Mets Shen, Nerkin Khoratagh e Chankatagh. La parte armena ha informato il contingente di pace russo che i soldati azeri erano impegnati in esecuzioni di massa, stupri e abusi sui cadaveri di civili nei villaggi menzionati. A questo proposito, il vice comandante del contingente di pace della Federazione Russa, Ivan Kovgan, e alcuni ufficiali si sono recati in direzione dei villaggi menzionati per accertarsi della situazione. Il loro viaggio non è stato coordinato con la parte azera poiché il percorso rientrava nella zona di responsabilità del contingente russo. "Siamo partiti con due auto UAZ Patriot - riferiscono gli attivisti azeri per i diritti umani - Nella zona del villaggio di Nerkin Khoratagh (vicino a Martakert), i militari russi hanno incontrato diversi residenti locali nascosti nella foresta, che hanno implorato i russi di recarsi urgentemente nei vicini villaggi di Vardadzor e Chankatagh, dove si trovavano le forze speciali azere che stavano commettendo massacri di civili. L'esercito russo si è diretto verso questi villaggi, vedendo palesi tracce di distruzione. Numerosi cadaveri di armeni nelle strade e si sono imbattuti in militari azeri che si spostavano di casa in casa per uccidere gli armeni sopravvissuti. Gli azeri hanno puntato le armi contro i russi e hanno chiesto che consegnassero immediatamente i telefoni sui quali i russi stavano filmando le tracce dei massacri e che lasciassero la “zona operativa antiterrorismo”. I russi si sono rifiutati di consegnare i telefoni e hanno risposto che stavano contattando il loro comando a Stepanakert. A quel punto l'ufficiale azero ha chiamato il suo comando. I russi sono stati costretti ad aspettare circa mezz'ora, senza possibilità di potersene andare. Successivamente ai russi è stato detto che andava tutto bene e che potevano andarsene, con i loro telefoni". L'ufficiale, fratello dell'attivista azero, ha riferito che il loro capo ha detto che i russi non dovevano essere rilasciati, “hanno visto tutto - avrebbe affermato il generale azero - I nostri ragazzi li stanno neutralizzando fuori dal villaggio, così non ci saranno testimoni". I russi avevano lasciato il villaggio di Khoratagh in direzione di Martakert, ma, verso il villaggio di Vardadzor, catturato dagli azeri, sono caduti in un'imboscata da parte di un secondo gruppo di azeri, che in quel momento stavano derubando e uccidendo gli armeni del villaggio. L'esercito azero avrebbe sparato a bruciapelo alle auto della Forza di pace russa e, quando hanno perso il controllo e sono usciti di strada, si sono avvicinati e hanno ucciso i russi. Questo sarebbe stato l'ordine del capo del Servizio di sicurezza statale dell'Azerbaijan, il generale Ali Nagiyev, il quale, secondo loro, ha affermato personalmente che "... loro non sarebbero dovuti andare via” e che “... con Mosca tutto sarà concordato”. Questo è quanto ci è stato riferito. Altre due persone: il giornalista armeno Ashot Sarafyan e il blogger israeliano Alexander Lapshin hanno riferito la stessa versione dei fatti. Se tutto ciò fosse vero si può concludere che la Russia ha tradito non solo gli abitanti dell’Artsakh, ma anche i suoi stessi ufficiali, che hanno avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Attualmente, le truppe azere continuano a bloccare l’accesso ai villaggi dell’Artsakh occupati il ​​19 e 20 settembre. Ciò avviene per nascondere le tracce dei massacri di armeni nei villaggi dell'Artsakh settentrionale (regione di Martakert) e del sud, in particolare nelle zone di Tavagard e del Bazar Rosso. Gli azeri, proprio in queste ore, stanno ripulendo la zona dal genocidio che hanno commesso, distruggendone le tracce, portando via i cadaveri dei civili uccisi per bruciarli. Successivamente, i corpi dei residenti uccisi dell’Artsakh verranno identificati come “dispersi”. Siamo in presenza di una catastrofe e di una serie di crimini contro l'umanità. Cosa aspetta la Comunità internazionale a sanzionare il governo di Baku, che va assolutamente isolato.


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