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Haifa - La rettrice Mouna Maroun e il ruolo dei cristiani in Terra Santa

  • 4 ore fa
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Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - Ha espresso grande fiducia nell’azione del Papa la rettrice arabo cristiana Mouna Maroun dell’Università di Haifa. Ai media vaticani ha parlato del suo incontro con Papa Leone XIV, avvenuto il 18 dicembre scorso, e della sua fiducia in un futuro di pace, nonostante le difficoltà che incontra nel guidare un ateneo diviso tra studenti arabi e studenti ebrei.

La sua nomina, nel 2024, a rettrice dell’università di Haifa, la seconda carica più importante della principale istituzione educativa della Galilea, per la prima volta è stata affidata a una donna, araba e cristiano-maronita, nata nel villaggio di Isfiya, sulla cima del monte Carmelo. Per questo Maroun ha parlato con grande senso di responsabiltà e di volontà di agire efficacemente sul versante della pace, infatti ha affermato che “dobbiamo crescere i nostri figli affinché possano avere i loro sogni, affinché li possano realizzare, senza dover pensare alla fame, alla guerra e al rischio di poter perdere i loro cari e tocca a noi, cristiani di Terra santa, essere ponti di speranza”.

Il ruolo dei cristiani in Terra Santa è dunque centrale e ha affermato che “è tutto molto triste, soprattutto in questi tempi. Qui è il luogo dove è nato gesù, è il luogo in cui tutto è iniziato. Betlemme e Nazareth, Cisgiordania e Israele, e tutto è diviso, i cristiani sono nel mezzo e il loro numero sta diminuendo sempre di più.


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Stiamo davvero andando via, perché i giovani non hanno davvero speranza, né in Israele né in Palestina. Ma non si può pensare a questi due luoghi senza i cristiani, ponte tra musulmani ed ebrei, ed é per questo che il mondo deve aiutarci a rimanere radicati sia in Israele che in Cisgiordania e, naturalmente, a Gaza”.

Tuttavia la rettrica ha messo anche in evidenza che ci sono parrocchie e movimenti che stanno fiorendo e molti giovani stanno ritrovando la loro cristianità.

“Come dico sempre, il fatto che non ci siano né minoranze né maggioranze nella nostra università, - ha affermato la rettrice - fa sì che davvero si possa pensare di costruire, su questa uguaglianza, un altro sistema. Negli anni scorsi abbiamo dato vita a un laboratorio di dialogo interreligioso, una iniziativa che ho anche descritto al Papa con il quale condivido l’idea che quando conosci l’altro abbatti davvero tutti gli ostacoli e tutte le barriere, perché sai che anche lui è figlio di Dio ed è uguale a te”.

Dalla morsa di violenza e disperazione in cui è stretta oggi la Terra Santa possono nascere speranza e resilienza, secondo Maroun, “anche perché non c’è altra via se si vuole che il medio Oriente prosperi”. Ha inoltre aggiunto che  non si arriverà a una soluzione “senza due Stati, uno ebraico e uno palestinese. Ogni popolo ha il diritto di vivere dignitosamente, in modo indipendente, di avere la propria bandiera e di sentirsi parte integrante della propria terra”.

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