Iran e Russia - Alleanza Strategica
- Maddalena Celano
- 17 apr
- Tempo di lettura: 2 min

Maddalena Celano /Assadakah News) - Teheran e Mosca: un’alleanza strategica per un nuovo ordine multipolare
In un mondo in rapida trasformazione, dove le vecchie egemonie traballano e nuovi equilibri cercano di affermarsi, l’asse tra Iran e Russia si consolida come uno dei pilastri della contro-narrazione geopolitica all’ordine occidentale. La recente dichiarazione del portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, rilasciata il 17 aprile 2025, ha ribadito che i rapporti tra Teheran e Mosca “sono costruiti su basi solide”, radicate in una visione comune di sovranità, cooperazione strategica e resistenza all’unilateralismo.
Le parole di Kanaani non giungono isolate, ma si inseriscono in un contesto ben più ampio: quello di un partenariato ventennale siglato nel gennaio di quest’anno tra i presidenti Vladimir Putin e Masoud Pezeshkian. L’accordo, definito come un “Trattato di Partenariato Strategico Globale”, prevede una vasta cooperazione in ambiti sensibili quali la difesa, la sicurezza, l’energia, la cultura e il commercio, delineando un’alleanza che va oltre il mero interesse bilaterale, per assumere il carattere di progetto geopolitico condiviso.
La solidità di questa relazione non si misura solo nella retorica diplomatica, ma nei fatti. Dall’incremento degli investimenti russi in Iran – con Mosca divenuta il primo investitore estero nel 2023 – alla cooperazione nel settore energetico, che pur partendo da una naturale concorrenza si è trasformata in sinergia. I due paesi hanno inoltre lavorato insieme a progetti di trasporto energetico e logistico transcontinentale, come il Corridoio Nord-Sud, che mira a connettere l’Asia centrale con il Golfo Persico e il Mar Caspio, rafforzando l’autonomia economica della regione.
Un altro pilastro del legame Teheran-Mosca è l’impegno congiunto contro le ingerenze esterne. Iran e Russia si presentano come custodi di un principio di autodeterminazione che si oppone alla logica dell’interventismo e delle sanzioni. Da qui il loro crescente coordinamento in teatri come la Siria, il Caucaso e l’Asia occidentale. Entrambe le nazioni, infatti, hanno subito e continuano a subire pressioni da parte di Stati Uniti ed Europa, il che ha rafforzato la percezione, interna e reciproca, di una comunanza di destino.
Non va sottovalutata la dimensione simbolica di questa alleanza. L’Iran ha recentemente aderito ai BRICS, il gruppo di paesi emergenti che si propone come alternativa al G7, mentre la Russia ha intensificato i propri legami con potenze asiatiche come la Cina e l’India. In questo quadro, Teheran e Mosca si vedono come attori fondamentali di un nuovo ordine multipolare che sfida il primato atlantico.
È evidente che la relazione tra Iran e Russia non è priva di complessità e sfide. Vi sono differenze storiche, culturali e persino strategiche tra i due paesi. Tuttavia, la convergenza di interessi nel momento attuale sembra prevalere su ogni potenziale divergenza. Non si tratta solo di convenienza: la visione condivisa di un mondo più equo, in cui le potenze emergenti abbiano voce e influenza, funge da collante profondo.
Il messaggio lanciato da Teheran è dunque chiaro: l’asse con Mosca non è una scelta contingente, ma una direzione di lungo periodo. Una rotta strategica, in parte obbligata dalle pressioni esterne, ma anche alimentata da una nuova fiducia reciproca e da un progetto politico comune. Se l’Occidente intende comprendere i futuri equilibri mondiali, dovrà guardare con attenzione – e forse con un po’ meno supponenza – a questa crescente intesa euroasiatica.

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