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Iraq – Rappresentante Assadakah diffonde comunicato per evitare il caos

Assadakah Baghdad – La situazione sta nuovamente precipitando verso una spirale di tensione e disordine in Iraq e soprattutto nella capitale Baghdad, dove centinaia di sostenitori del leader sciita Moqtada Al Sadr hanno manifestato tre giorni dopo ‘occupazione del Parlamento, che è stato ancora preso d’assalto. Una situazione politica di crisi conclamata che pare aggravarsi giorno dopo giorno.

Sventolando bandiere irachene e ritratti del leader sciita, i manifestanti si sono radunati all'ingresso di un ponte della capitale irachena che conduce alla fortificata Zona Verde, dove si trovano istituzioni governative e ambasciate, scavalcando i blocchi di cemento che bloccavano l'accesso.

Il motivo scatenante pare sia la candidatura a primo ministro di Mohamed Chia Al Soudani, oppositore di Al Sadr e considerato vicino all’ex premier Nouri Al Maliki. Di fatto, il nuovo governo non è stato ancora formato, nonostante siano passati dieci mesi dalle elezioni legislative dell’ottobre 2021, nelle quali il partito di Al Sadr aveva ottenuto la maggioranza, ma si è poi dissociato lasciando di fatto la maggioranza alle forze filo-iraniane che hanno nominato come candidato Muhammad Sudani, ostile ad Al Sadr.

I sostenitori di Moqtada Al Sadr hanno divelto alcune barriere di cemento armato e sono riusciti a penetrare nella Zona verde di Baghdad occupando di nuovo la sede del Parlamento, dopo lo scorso mercoledì.

Le forze di polizia hanno sparato lacrimogeni e usato i cannoni ad acqua per respingere la folla. I feriti sarebbero oltre una sessantina.

In questa caotica situazione, la sede di Assadakah Baghdad, rappresentata dal corrispondente Ali Hamza, ha diffuso un comunicato a tutte le forze politiche irachene, sottolineando il rischio di una incontrollabile escalation di violenza, che potrebbe fare precipitare il Paese nel baratro della guerra civile. Nel comunicato si fa appello alla necessità di frenare le tensioni per evitare al Paese lo spettro di un nuovo conflitto, e il richiamo alla ragione da parte di tutte le forze politiche, perché si possa affrontare e risolvere il problema della formazione di un nuovo governo di unità nazionale.

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