Libano - Premier avverte: "Israele prepara attacco"
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Roberto Roggero* - Il primo ministro libanese, Nawaf Salam, lancia l’allarme: “Gli israeliani stanno preparando nuove operazioni d’attacco, il governo Netanyahu è un manifesto fattore di destabilizzazione mondiale”. Lo ha dichiarato aggiungendo di avere ricevuto chiare segnalazioni di movimenti di truppe della IDF, che fanno supporre l’apertura di un nuovo fronte dopo Striscia di Gaza e Cisgiordania. Dichiarazioni che pongono seriamente un imperante interrogativo: chi può fermare uno Stato che non rispetta più alcun limite, e nemmeno gli stessi trattati e accordi da esso stesso firmati? Il premier Nawaf Salam avverte chiaramente sul pericolo di un nuovo attacco al Libano da parte di Israele, e suk pericolo di una escalation fuori controllo nell’intera regione mediorientale.

Gi analisti internazionali sono unanimi nel considerare inevitabile una spirale incontrollata, qualora il governo sionista non verrà fermato in modo deciso. Il tutto mentre a Gaza la IDF continua a uccidere indiscriminatamente; in Cisgiordania continuano le demolizioni delle case palestinesi, le devastazioni delle coltivazioni e le aggressioni con la protezione della polizia di occupazione e dell’esercito occupante; nel Sud del Libano i morti sono già diverse centinaia, e i segnali delle intenzioni israeliane sono sempre più evidenti.
All’avvertimento del premier libanese si aggiungono anche le conferme delle missioni ONU (in particolare Unifil) e delle organizzazioni internazionali umanitarie, e velatamente anche le conferme dei governi degli Stati confinanti.
Tutta questa non più anomala attività preparatoria, secondo le autorità israeliane, farebbe parte della cosiddetta “strategia difensiva”, ovvero continue incursioni e bombardamenti, invasione otre confine di Paesi confinanti, violazioni della tregua, irruzioni e arresti di massa, detenzione abusiva e tortura, e altro ancora, non solo contro combattenti di Hamas o Hezbollah, ma anche contro i civili senza alcuna distinzione, mentre sul piano diplomatico si continua a parlare e a celebrare un accordi di tregua che ha meno valore della carta straccia. Lo Stato nazi-sionista non mostra alcuna intenzione di fermarsi, almeno finché non lo sarà con l’imposizione della forza.
Per quanto riguarda in particolare il Libano, per Tel Aviv l’apertura di questo fronte è di notevole utilità strategica e soprattutto politica per Netanyahu, perché gli servirebbe per assicurarsi la continuità di governo, evitando ancora di trovarsi a dover rendere conto delle accuse di corruzione, negligenza, e soprattutto delle gravissime responsabilità per le oscure manovre in occasione dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Continuare la guerra, e causarne di nuove, per Netanyahu rimane l’unica carta da giocare per non morire politicamente. Per questo un eventuale attacco al Libano è una mossa deliberatamente e meticolosamente calcolata per distrarre l’attenzione.
Rimane il fatto della disponibilità della comunità internazionale nel continuare a ignorare ciò che ormai non è più possibile ignorare, ovvero difendere l’indifendibile. Di certo, se Israele attaccherà in Libano, il conflitto non potrà più essere contenuto. Per questo l’avvertimento di Nawaf Salam non deve essere ignorato, e perché in tal caso non si potrà più affermare di essere stati colti alla sprovvista…
(*Direttore responsabile Assadakah News)







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