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Libano: restauro delle Chiese storiche

  • 3 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Paola Angelini (Assadakh News)

 

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Nella sala dell’Ambasciata d’Ungheria presso la Santa Sede è stata organizzata, dall’Università dello Spirito Santo di Kaslik (USEK) in collaborazione con l’Università Cattolica Pázmány Péter, la mostra “Speranza dalle Rovine”.

L’evento fa riferimento al piano di lavoro per il restauro di ben 63 Chiese storiche libanesi. Nel 2018 è iniziata la procedura per la riqualifica, impegnandosi per 33 Chiese, mentre la terza fase in corso, riguarderà le altre 30.

In Libano i Santuari, grandi e piccoli, sono numerosi. Molti sorgono sulla cima degli alti monti libanesi, regalando splendidi panorami delle montagne e della costa che scende sul Mediterraneo.

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Dopo il messaggio di benvenuto, ecco alcune testimonianze degli ospiti che hanno contribuito a creare un clima di condivisione.

S.E. R. Mons. M. Jalakh OAM, Segretario del Dicastero delle Chiese Orientali (Santa Sede), ha pronunciato parole rassicuranti e di speranza, definendo il grande lavoro di riparazione delle Chiese storiche libanesi come un “atto di svelamento”: “le Chiese restaurate”, ha detto, “raccontano una scelta, il ritorno”.

S.E. Tristan Azbej, Segretario di Stato per l’Aiuto ai Cristiani Perseguitati, ha ricordato che “l’Ungheria ha aiutato il Libano, è amica del Libano, e la fratellanza si è rafforzata negli anni, sostenendo il Paese con impegno”.

S. E. Padre Joseph Makrouzel, Rettore dell’Università dello Spirito Santo di Kaslik, Libano, ha ringraziato l’Ungheria per l’aiuto ricevuto: “anche se lontani, avete restaurato le pietre e l’Ungheria ha scelto di salvarci. Le 63 Chiese, non sono solo numeri, ma sono ricordi, memorie di famiglie, e sono state messe in salvo. […] Ogni Chiesa è diventata un’aula di fede legata alla scienza”.

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I restauri sono stati realizzati con il contributo degli studi ungheresi e libanesi. Entrambi i Paesi hanno cooperato per realizzare studi tridimensionali coinvolgendo artigiani esperti. Il patrimonio culturale così salvaguardato può diventare un ponte tra passato e futuro.

I convenuti hanno manifestato la volontà di prendersi cura, in futuro, anche della città storica di Tripoli.

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Un ricordo commosso è stato poi dedicato alla tragedia del 2020 nel porto di Beirut, dove un’esplosione uccise più di 218 persone e ne ferì circa 7000. Quel porto rappresenta il principale accesso marittimo in Libano, ed è di vitale importanza per il transito di merci.


I canti del Coro del Convento San Charbel hanno aggiunto un tocco di emozione ai diversi momenti della serata.

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In conclusione, un cenno alla magnifica sala in cui sono stati esposti vari pannelli che rappresentano le fasi di lavorazione dei restauri effettuati nelle Chiese storiche del Libano.

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