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Libano - Rimossi simboli e bandiere non autorizzati

Assadakah Beirut - Il governo libanese ha deciso di rimuovere le bandiere di tutte le organizzazioni non autorizzate dallo Stato. Verranno quindi issate solo le bandiere nazionali.

Le autorità hanno già avviato un'operazione per eliminare i vessilli delle organizzazioni, tra cui quelle di Hamas e Hezbollah, dalle strade anche nel cuore della capitale, dove è stata fatta ammainare anche la bandiera del partito sciita Amal. Le guardie di sicurezza, come mostrano le foto pubblicate dai social libanesi, hanno incominciato a strappare dai muri le gigantografie di Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah ucciso dagli israeliani.

Per la prima volta dopo decenni le forze dell'ordine vengono incaricate di rimuovere da alcune zone di Beirut le insegne di Hezbollah, stretto all'angolo sotto pressione da parte di Stati Uniti e Arabia Saudita.

A un mese dalle attese elezioni amministrative e mentre proseguono l'occupazione e i raid aerei israeliani nel sud del paese, il ministero degli interni ha dato ordine al governatore della capitale di procedere alla rimozione di bandiere e simboli non autorizzati. I vessilli di Hezbollah sono stati quindi rimossi, dall'autostrada che collega Beirut all'aeroporto internazionale.

Non sono state risparmiate nemmeno le immagini di Hasan Nasrallah, storico leader del movimento ucciso lo scorso settembre, che per o seguaci di Hezbollah era discendente diretto (sayyid) del profeta Maometto. Lungo gli otto chilometri che collegano la capitale all'aeroporto si erano svolti, attorno allo stadio della Città sportiva, i solenni funerali del sayyid della resistenza anti-israeliana. Alle esequie avevano partecipato circa 100mila persone. Adesso l'obiettivo dichiarato delle autorità libanesi è quello di trasformare Beirut in una città senza slogan confessionali e partigiani.

I media libanesi hanno dato ampio risalto all'avvio di un progetto di “decoro urbano” da realizzare prima dell'estate attorno all'aeroporto di Beirut, incastonato nella periferia sud della capitale, storica roccaforte di Hezbollah. “Una nuova era per il Libano” è lo slogan della campagna pubblicitaria lanciata dal governo con manifesti affissi proprio lungo la strada dell'aeroporto. Uno di questi pannelli era stato dato alle fiamme nei giorni scorsi, in concomitanza con la visita a Beirut di Morgan Ortagus, vice-inviata USA per il Medio Oriente, che ha insistito perché si proceda al disarmo di Hezbollah in tempi brevi.

Hezbollah si è detto pronto a negoziare a patto che Israele si ritiri dal sud del Libano. Oltre occupare porzioni di territorio libanese, Israele colpisce giornalmente con raid aerei.

Il presidente libanese Joseph Aoun ha finora preso tempo, affermando di voler guidare lui stesso i negoziati: “Con Hezbollah serve il dialogo, non la violenza. Il disarmo di Hezbollah non sarà una mera fusione della struttura militare del partito con quella dell'esercito regolare, come di fatto è avvenuto in Iraq per legittimare le milizie sciite filo-iraniane. I combattenti di Hezbollah potranno unirsi alle forze regolari a titolo individuale, ma solo se possiederanno le qualifiche e supereranno i test di ammissione".

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