Libano - San Charbel sempre più noto anche in Italia
- 21 lug
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Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - Il 24 luglio si celebra San Charbel, monaco del XIX secolo, originario del Libano, che trovò nella vita eremitica la strada ideale per il compimento della sua vocazione.
Nato nel 1828 nel villaggio di Biqa ‘Kafra, il più alto del Libano, a 1600 metri sul livello del mare, era il più giovane di cinque figli di Antoun Makhlouf e Brigitta Al-Chidiac. Rimase orfano a soli tre anni e già a 14 anni si dedicava alla preghiera, infatti dopo aver accudito il gregge di famiglia, si ritirava in una grotta - oggi denominata “la grotta del Santo”- per pregare intere ore davanti a un’immagine della Vergine Maria. Lo zio da cui venne cresciuto si oppose alla sua scelta di vita monastica ma a 23 anni Charbel entrò ufficialmente nel monastero della Madonna di Mayfounq, dove assunse il nome di Charbel che in siriaco significa “il racconto di Dio”.
L’ordinazione come sacerdote avvenne nel 1859 ed entrò nell’ordine Libanese Maronita. Rimase per 15 anni nel Monastero di Annaya, fino a che non ottenne il permesso di ritirarsi nell’eremo dei SS. Pietro e Paolo, nelle vicinanz del monastero di San Marone.
L’olio di San Charbel
Si tratta di un olio d’oliva che viene benedetto presso la tomba del Santo dai monaci del monastero di Annaya, dove visse san Charbel. L’”olio di San Charbel” si è molto diffuso nella devozione popolare verso il Santo libanese poiché ritenuto veicolo di benedizione e di intercessione per la guarigione sia fisica sia spirituale. I fedeli solitamente lo applicano facendo una croce sulle parti del corpo affette da malattie o su persone che stanno soffrendo.
Bisogna precisare che, però, l’olio non viene considerato come elemento magico bensì come mezzo attraverso il quale si esprime fiducia e fede verso il Santo.
L’uso di questo olio è una pratica che si è diffusa e sviluppata nel tempo per via dei miracoli e della fama del taumaturgo.
Perché l’olio di Charbel?
Tutto nasce da un episodio della vita del Santo. Pare che una sera padre Charbel tornò tardi dal lavoro nei campi e, ignaro dell’ordine del superiore di non accendere le lanterne in segno di povertà, chiese a un servitore di riempire la lampada con l’olio. Il servitore, al posto dell’olio, versò dell’acqua ma la lampada si accese lo stesso. Quando il superiore seppe della richiesta di Charbel si arrabbiò, ma appena seppe che nella lampada vi era solo dell’acqua, si inginocchiò davanti al Santo e gli chiese perdono.
Il Presidente Aoun e la first lady hanno partecipato alla Messa di festa di Charbel.
Il Presidente della Repubblica Libanese, il Generale Joseph Aoun, e la First Lady Nehmat Aoun, hanno partecipato, domenica 20 luglio, alla messa in occasione della festa di San Charbel al Monastero di San Marone ad Annaya. Rivolgendosi al presidente, il Patriarca maronita cardinale Béchara Boutros Al-Rahi, ha detto: “La vostra presenza oggi è conferma che il Libano, nonostante tutto, si fonda ancora su due pilastri fondamentali: Dio e i suoi Santi. Preghiamo che il Signore vi conceda pazienza e saggezza nel guidare il Libano, che sta attraversando circostanze delicate e difficili che richiedono lungimiranza per risolverle. Voi credete in questo e lavorate per raggiungerlo”.
Al termine della messa, il Patriarca e il Presidente Aoun hanno dato il via ai lavori del “Cammino di San Charbel” e hanno svelato la targa commemorativa che segna l’apertura dei cammini di pellegrinaggio su questo percorso, presso il Monastero di San Maroun ad Annaya, dove si trova la tomba di San Charbel.







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