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Mantova - "Letteratura spezzata" della Palestina: Adana Shibli al Festivaletteratura

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Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - L’inviata Mauretta Capuano ha raccolto le commoventi parole della scrittrice palestinese Adania Shibli che ha espresso il 3 settembre, durante un affollatissimo incontro a Piazza Castello, a Mantova, in occasione del Festivaletteratura.

“C’è una narrazione della Palestina che è spezzata, che è costantemente distrutta, che non è capita - ha asserito Shibli con grande emozione - c’è una narrazione che ci viene dai media che è assolutamente riduttiva rispetto a quello che succede. Per quanto riguarda i narratori e le voci di chi ci possiamo fidare, la loro lingua è distrutta”.

L’autrice di “Sensi”, ed. La Nave di Teseo, utilizza il romanzo come domanda esistenziale. “La lingua ufficiale, la lingua dei potenti, degli oppressori, è una lingua molto chiara, razionale. La lingua è quella che viene colpita quando veniamo attaccati. Nel momento in cui avvertiamo dolore la perdiamo la lingua - ha affermato la scrittrice - non riusciamo più a parlare, si trasforma in un lamento, in qualcosa che precede il linguaggio. Con tutti questi pensieri mi sono interrogata su quale letteratura si potesse scrivere a fronte di una narrazione che è sempre minacciata”. Tra gli applausi del pubblico ha continuato: “Tu ami la lingua e speri ti restituisca questo amore, ma la realtà ti tradisce e qualche volta stare in silenzio è più semplice”.

Durante la conversazione condotta da Paola Caridi, la scrittrice ha anche parlato del suo rapporto radicale con la Palestina, che non è circoscrivibile a una “cosa” geografica. “Io ho un rapporto molto intimo con la Palestina, con la natura, con gli alberi che sono anche loro costantemente sotto minaccia”. “Gaza - ha raccontato Shibli - è una tappa importantissima per gli uccelli migratori. Sono milioni e hanno bisogno di punti di riferimento. È una perdita che sta avvenendo su così tanti piani che è impossibile da capire. Ci ritroveremo che anche gli uccelli abbandoneranno la Palestina. Gli alberi non sono stati soltanto sradicati, c’è il progetto anche di piantare migliaia di pini che quando perdono gli aghi occludono il terreno e questo ha un impatto fortissimo anche sugli animali. È tutto il sistema, non stiamo parlando solo delle armi”. La scrittrice ha continuato dicendo che: “La letteratura ha un suo posto, un suo ruolo perchè consente la fragilità. È uno strumento per continuare a esistere nel mondo. Voi magari non lo vedete ma noi lo viviamo e questo ci porta a un disorientamento totale come quello degli uccelli”. Emblematico che queste affermazioni provengano da una persona che non ha il telefono, odiava la scuola e ha sempre scritto anche se non voleva fare la scrittrice.

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