Messina: il ponte della discordia
- 19 set
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Talal Khrais - National News Agency
A questo punto è evidente che moltissime risorse economiche non potranno essere utilizzate per completare infrastrutture essenziali nella regione siciliana. Una fra le tante urgenze è l'autostrada Siracusa-Gela.
Il Ponte sullo Stretto, progetto faraonico e irrealizzabile, verrà interamente finanziato con i fondi statali.
La regione Sicilia e la vicina regione Calabria hanno bisogno di “strade complete, collegamenti ferroviari efficienti, porti moderni e piattaforme logistiche integrate, non di una nuova cattedrale nel deserto". Sono le parole con cui il parlamentare Filippo Scerra (M5S) annuncia la presentazione dell'interpellanza rivolta al ministero delle Infrastrutture, denunciando l'ennesimo stallo dei lavori per l'autostrada Siracusa-Gela. "Nel 2022 il Cipess aveva destinato 350 milioni di euro per il completamento dell'opera, ma quelle risorse sono poi svanite nel nulla. Oggi, non solo i lavori non sono mai partiti, ma i costi stimati sono ormai lievitati a 640 milioni di euro. Una situazione paradossale, resa ancor più grave dalla decisione del Governo di dirottare 1,3 miliardi destinati alla Sicilia, e 300 milioni alla Calabria, per finanziare il Ponte sullo Stretto di Messina, opera costosissima, insostenibile e inutile. Il Governo - conclude Scerra - deve smetterla di mortificare il Sud con scelte miopi e dannose: servono investimenti immediati nelle opere realmente necessarie ai cittadini e non in progetti di pura propaganda".
C'è un "deficit democratico che caratterizza le modalità di decisione" per la realizzazione del ponte sullo Stretto. Opera peraltro "incompatibile con le norme europee su appalti pubblici e ambiente".
Convinti i membri del gruppo Universitari Noponte, ne hanno parlato due giorni fa durante un incontro all'associazione Stampa estera a Roma, moderato dall’autorevole collega Marcello Padovani. Tra i partecipanti Fabio Rossi ha salutato a nome del gruppo, che annovera oltre 640 universitari di Atenei italiani, europei ed extraeuropei.

La professoressa Nadia Urbinati, in collegamento da New York, ha discusso del deficit democratico che caratterizza le modalità di decisione dell'opera, denunciando una "deriva dominantista", cioè: “per la realizzazione delle grandi opere la tecnica domina rispetto alla società e alla democrazia”.
Guido Signorino ha mostrato documenti del governo, elaborati di progetto, evidenziando molti punti controversi: “il progetto è incompatibile con le norme europee su appalti pubblici e ambientali, la dichiarazione di strategicità militare europea del ponte è infondata”. Inoltre, ha mostrato una lettera all’ Europarlamento che dichiara non reperibile un documento citato in delibera dal governo e attribuito alla Commissione Ue.
Secondo Signorino "manca il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, superato dall'approvazione esclusivamente politica del Cipess, contro le prescrizioni dello stesso Consiglio. Perdipiù, il pilone lato-Calabria ricade in area di totale inedificabilità, secondo indicazioni Protezione Civile, perché il progetto lo disegna a 20 mt da una faglia certa e attiva”.
L'altezza del ponte è stata calcolata simulando condizioni inadeguate (20°C a fronte di picchi superiori ai 44°C, traffico stradale 'rarefatto', assenza di venti e di moto ondoso). Il 'franco navigabile' del ponte è dunque ben inferiore ai 65 metri dichiarati. Infine, "oltre a danneggiare il porto di Gioia Tauro, il progetto è inapprovabile, perché non risponde a una specifica obbligatoria e le valutazioni economiche del progetto presentano seri problemi metodologici e si basano su informazioni errate e su stime contraddette pesantemente dai dati reali (ufficiali e disponibili)".







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