Montevirginio - I giochi dell'infanzia nei parchi giochi
- Letizia Leonardi
- 11 ore fa
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Talal Khrais National News Agency NNA – I giochi dell'infanzia nei parchi: un patrimonio che unisce i popoli attraverso le generazioni.
In un ridente paesino della provincia di Roma, Montevirginio, mi sono recato per accompagnare i tre gemelli della nostra collega Marwa al Khayal alla festa di compleanno della piccola Julia.
È stata una festa che ha saputo ricreare l’atmosfera innocente dell’infanzia, riportando i bambini a cimentarsi in giochi tradizionali come il tiro alla fune e i jumping jack, lontano da schermi e telefoni. Uno scenario che riflette il patrimonio condiviso del gioco umano, comune a culture e popoli diversi.
Il tutto, forse, si inserisce nell’ambito di un’iniziativa promossa dalle scuole locali, che dedicano più tempo a queste attività per i loro benefici fisici ed educativi: migliorano la flessibilità, l’agilità e la rapidità decisionale, oltre a instillare uno spirito di cooperazione e di competizione sana.
Gli assistenti sociali della zona hanno messo a disposizione queste attività durante le festività e le occasioni speciali, con l’obiettivo di rafforzare le relazioni sociali tra bambini e ragazzi, offrendo un’alternativa sana e interattiva all’isolamento spesso causato da alcuni strumenti di comunicazione moderni.

La festa di Julia si è trasformata in un piccolo festival di giochi tradizionali, familiari ai bambini di tutto il mondo: dal “Taq Taq Taqiya” e dal “Ring Ring Ya Jaras” nel mondo arabo, al tiro alla fune e ai jumping jack in Europa. Un’esperienza che conferma come questi giochi siano un patrimonio umano che trascende i confini, unendo divertimento e connessione autentica.
Il gioco tradizionale quindi non è solo un passatempo, ma un linguaggio universale. In occasione di questa particolare ricorrenza si percepisce il contrasto tra la frenesia digitale e la semplicità vitale del gioco “vero”, quello fatto di movimento, risate e contatto umano. È interessante unire una semplice festa di compleanno a un tema più ampio di identità culturale e patrimonio condiviso.

Forse il segreto sta proprio lì, in quelle corde tirate a più mani, nei cerchi di bambini che ridono rincorrendosi: un filo invisibile che unisce generazioni e culture diverse. In un’epoca in cui il contatto umano rischia di perdersi dietro uno schermo, il gioco tradizionale ci ricorda che la vera connessione nasce guardandosi negli occhi… e correndo insieme verso il traguardo.
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