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Palestina – Il lato ridicolo dell’occupazione: Israele sequestra anche la cioccolata


Redazione Assadakah – Mentre si riaccende la tensione sul confine con Gaza, le fazioni palestinesi della Striscia hanno deciso di dichiarare sabato 21 agosto il “Giorno di rabbia e protesta”, con manifestazioni alla frontiera con Israele. Lo riferiscono fonti locali, dopo la visita, in Israele e Cisgiordania, di Abbas Kamel, capo dell'intelligence egiziana che funge da mediatore tra le parti per una tregua di lunga durata dopo il conflitto di 11 giorni dello scorso maggio. Abu Mujahid, un portavoce dei Comitati di Resistenza Popolare - citato dai media - ha detto che la decisione è legata al fatto che "Israele sta eludendo tutte le intese per la ricostruzione della Striscia e l'allentamento del blocco".

Nel frattempo, l’occupazione israeliana mostra anche il proprio lato ridicolo e paradossale, dopo aver confiscato una spedizione di barrette di cioccolato diretta a Gaza, sostenendo che facevano parte di una rete che finanziava le operazioni di Hamas.

Lunedì scorso, secondo quanto riferito, funzionari dell’autorità fiscale hanno intercettato la spedizione di 23 tonnellate di cioccolato mentre passava dall’Egitto in Israele.

Il carico doveva essere portato a Gaza da due società di importazione – al-Mutahidun Currency Exchange e Arab al-Sin – che, secondo i funzionari, sono un paravento di Hamas. Entrambe le società sono state designate come organizzazioni terroristiche dalla Israel Money Laundering and Terror Financing Prohibition Authority.

Lo scorso maggio pare che l’intelligence delle forze di difesa israeliane (IDF) abbia scoperto che le società appartengono a un gruppo guidato dall’uomo d’affari del cambio valuta di Gaza Zahir Younes Shmalach, che a quanto pare le stava usando per “incanalare decine di milioni di dollari” dall’Iran verso Hamas.

I social media hanno ridicolizzato l’affermazione secondo cui Hamas veniva finanziato attraverso le stesse strade utilizzate dalle “squadre di baseball della piccola lega”, mentre un altro ha posto la bandiera di Hamas con uno striscione delle Girls Scouts degli Stati Uniti, che notoriamente vende biscotti e cioccolato per i finanziamenti.

Persino il caporedattore del Post, Yaakov Katz, non ha resistito a prendere in giro l’accusa di “terrorismo dei fondi di cioccolato”. Katz ha fatto un ulteriore passo avanti nel chiedersi se “il cioccolato fosse il nuovo nemico dello stato ebraico”.

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