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Piano Mattei - Africa: le priorità in agenda

Assadakah News - Nell’anno in corso, il Piamo Mattei per l’energia ha coinvolto cinque Paesi africani, per la precisione Mauritania, Angola, Ghana, Senegal e Tanzania, che si aggiungono ai nove del 2024 (Algeria, Costa d’Avorio, Egitto, Tunisia, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico, Repubblica del Congo), con la presidente della Commissione Europea e la premier italiana Meloni che hanno sottoscritto 11 accordi da mettere in pratica con oltre una sessantina di progetti specifici, che sviluppano e rafforzano i rapporti di partenariato.

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Dopo l’importante conferenza di Roma dello scorso 20 giugno, è ancora più evidente l’obiettivo del Piano Matteri per l’Africa e del Global Gateway 2030, voluto dalla presidente della Commissione UE, von der Leyen per le infrastrutture energetiche, agroalimentari e digitali, mentre la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato lo stanziamento di 235 milioni di euro in crediti bilaterali per cooperazione e sviluppo, con lo scopo di sostenere i Paesi dell’Africa a basso reddito.

I traguardi sono stati chiariti, soprattutto per quanto riguarda i settori energia, alimentazione, istruzione e formazione, sanità, sviluppo digitale e infrastrutture, campo, quest’ultimo, dove si deve affrontare un contendente di primo livello come la Cina. In quella regione più vicina all’Europa, ovvero l’Africa mediterranea, la priorità è la transizione energetica, con investimento negli impianti fotovoltaici in Egitto, e quelli per l’idrogeno verde in Tunisia. Per i Kenya è previsto un investimento negli impianti geotermici.

Anche in Algeria l’Italia è ben presente, in modo particolare con Leonardo e Bonifiche Ferraresi, per il rafforzamento del settore agroalimentare, mentre in Ghana, Senegal e Mozambico si stanno mettendo a punto realizzazioni di impianti agro-industriali e la formazione del relativo personale.

In Costa d’Avorio ed Etiopia sono previsti sostanziali intervento nel settore medico-sanitario, con l’ammodernamento delle strutture dedicate soprattutto nelle aree decentrare e rurali, e attenzione particolare all’infanzia, nonché istruzione e formazione sempre nel settore agroalimentare, con una scuola professionale di livello universitario (non statale) per la formazione di oltre 1.500 funzionari e tecnici.

Naturalmente, spazio anche agli investitori italiani, con il Gruppo SACE (ministero dell’Economia) e il progetto Africa Champion Program per lo sviluppo delle piccole e medie imprese italiane in terra d’Africa. In coordinamento intanto, stanno operando le già citate Leonardo e Bonifiche Ferraresi, oltre a ENI e Coldiretti.

Le infrastrutture sono un altro obiettivo prioritario, in quanto scheletro del sistema per la circolazione merci e commercio. In questo settore, essenziale è il cosiddetto Corridoio Lobito, che collega Angola, RDC e Zambia (di particolare interesse anche per la Cina), con l’avvenuto stanziamento di oltre 250 milioni di euro.

Infine, digitalizzazione e intelligenza artificiale, per la quale è stato elaborato il programma Hub for Sustainable Development, con una rete di fibre ottiche Blue&Raman dall’Italia all’India attraverso il continente africano e il Medio Oriente, che però è attualmente fermo a causa della guerra scatenata da Israele a Gaza.

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