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Roma - Scioperi di condanna al massacro a Gaza

  • 19 set
  • Tempo di lettura: 2 min
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Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - Filcams-Cgil ha proclamato per venerdì 19 settembre uno sciopero di quattro ore per Gaza, nell’ambito della giornata di mobilitazione indetta dalla Cgil, “per fermare il massacro a Gaza e affermare che la pace non è un’utopia, ma una necessità”. La sigla sindacale ha indetto le ore di sciopero insieme a una campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e ha invitato le lavoratrici e i lavoratori a manifestare concretamente scendendo in piazza.

La Filcams ha dichiarato di condannare “con forza i massacri e le violenze che in queste ore stanno devastando Gaza. Migliaia di civili innocenti, donne, uomini e bambini stanno pagando con la vita e con la sofferenza l’escalation militare e l’assenza di soluzioni politiche. È un genocidio, una vera e propria deportazione, che si consuma sotto gli occhi del mondo e che non può essere tollerata.” La categoria del terziario ha inoltre fatto appello al mondo delle imprese e della distribuzione: “non vendere prodotti provenienti da Israele e interrompere ogni rapporto commerciale con aziende e istituzioni che sostengono direttamente o indirettamente l’occupazione e la guerra. È un atto concreto di responsabilità e coerenza, per non essere complici di chi alimenta violenza e oppressione”.

“Gaza we are coming”, “Fermiamo lo stato di Israele”, “ 22-09 sciopero generale”: con questi striscioni in testa è partito da piazzale Aldo Moro, a Roma, il 16 settembre, il corteo per chiedere lo stop al genocidio e per fermare l’invasione di Gaza che percorrerà le strade della Capitale e si concluderà a via dei Fori Imperiali.

Annunciando lo sciopero generale del prossimo 22 settembre, il corteo è stato organizzato “perchè ieri abbiamo visto che Israele vuole portare avanti un progetto già visto due anni fa: continuare la pulizia etnica del popolo palestinese e costruire il progetto della grande Israele. Siamo qui per dire che questo progetto non può e non deve passare - ha affermato Maya Issa del Movimento Studenti Palestinesi - anche l’Italia, l’Unione Europea, la comunità internazionale sono complici, ci sono bombe che hanno il marchio made in Italy”. “Quello che noi chiediamo - ha aggiunto - è la rottura diplomatica, politica, economica, sportiva e accademica con Israele”.

Lo sciopero generale del 22 settembre, per tutte le categorie pubbliche e private, sotto la sigla sindacale USb Pubblico Impiego, potrebbe creare disagi nei trasporti, scuola e logistica.

L’Italia si ferma per Gaza.

È tempo di fermare questo criminale genocidio!

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