Siria - L’impegno degli Emirati Arabi per pace e rinascita
- 3 ago
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Assadakah News - In Siria sta emergendo con forza il ruolo degli Emirati Arabi Uniti, mentre il Paese è ancora stretto in uno scenario di complesse dinamiche interne ed estere, e alla ricerca di stabilità per una meritata rinascita.
L’attività degli Emirati Arabi Uniti si sta svolgendo sia a livello finanziario che logistico, in particolare nel quadro di una strategia per il Mediterraneo, e specialmente a livello politico.
Gli Emirati Arabi non hanno presenza militare in Siria, ma hanno espresso sostegno al governo di Damasco, partecipando a iniziative di ricostruzione. Nonostante le relazioni tese in passato, gli EAU hanno recentemente riaperto l’ambasciata nella capitale siriana, segnando un riavvicinamento diplomatico e l’interesse a contribuire alla stabilizzazione e alla rinascita del Paese.

Gli Emirati Arabi Uniti, in particolare attraverso Abu Dhabi, hanno espresso interesse a sostenere la ricostruzione della Siria dopo il conflitto, dando inizio al riavvicinamento diplomatico, cominciando dalla riapertura dell'ambasciata a Damasco, con lo scopo di normalizzare le relazioni e rafforzare la cooperazione, primo Paese arabo a ariattivare i rapporti diplomatici, nel 2018, dopo la fine del conflitto civile in Siria.
Decisivo l'intervento a livello umanitario, con l'invio di aiuti alla popolazione, come il ruolo nella ricostruzione delle infrastrutture. Il riavvicinamento fra EAU e Siria può avere implicazioni significative nel contesto regionale, influenzando gli equilibri e le dinamiche di conflitto.
Altrettanto fondamentale la mediazione nell’avere istituito un canale di comunicazione diretto fra Siria e Israele, secondo quanto trapelato da tre fonti sotto anonimato (sicurezza siriana e ufficio per la sicurezza regionale), per porre un freno alle violenze nel sud della Siria, e gestire una relazione sempre più difficile.
Diverse indiscrezioni confermano che i problemi principali si concentrano su questioni prioritarie come sicurezza, intelligence, e in particolare sulla sfida della ricostruzione di un rapporto di fiducia fra Tel Aviv e Damasco, che non intrattengono relazioni ufficiali, hanno dichiarato una persona con conoscenza diretta della vicenda, una fonte della sicurezza siriana e un funzionario dell'intelligence regionale.
La mediazione degli Emirati Arabi pare abbia avuto un notevole impulso dopo la visita del presidente Ahmad Al-Sharaa negli EAU lo scorso 13 aprile, al momento limitatamente alle questioni inerenti la sicurezza, con particolare attenzione alla lotta al terrorismo fondamentalista, mentre sarebbero escluse dagli accordi le questioni militari, ovvero le iniziative delle forze armate israeliane in Siria. La presidenza siriana e il ministero degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti non hanno risposto a richieste di commento, come anche l'ufficio del primo ministro israeliano.
In ogni caso, della questione pare si stiano occupando i funzionari dell’intelligence emiratina, in cooperazione con i colleghi siriani e alcuni ex impiegati dei servizi segreti israeliani.
Il governo siriano ha condannato i raid israeliani definendoli una pericolosa escalation, dichiarando che il governo di Damasco sta lavorando per unificare il Paese dopo 14 anni di sanguinosi conflitti, e comunicando che la Siria non rappresenta alcuna minaccia per Israele.
Le incursioni israeliane in Siria non sono una novità degli ultimi mesi, ma si verificano da anni, con lo scopo di indebolire l'Iran e i suoi alleati, e sono semmai aumentate dopo la cacciata di Bashar Al-Assad lo scorso dicembre, quando il governo israeliano ha fatto sapere di non voler tollerare la presenza di militanti islamisti nel sud della Siria, e dando inizio a un vero e proprio intervento militare di terra, con l’occupazione di diversi territori nel sud-ovest del Paese.
Anche il governo degli Emirati Arabi Uniti esprime preoccupazioni per l'orientamento islamista del nuovo governo siriano, ma l'incontro fra Al-Sharaa e il presidente emiratino Sheikh Mohammed bin Zayed Al Nahyan ha certamente contribuito ad alleggerire molte preoccupazioni.
La Siria considera i rapporti Emirati Arabi-Israele (stabiliti con un accordo nel 2020 con la mediazione americana) un elemento fondamentale per affrontare le questioni con Israele, data l'assenza di relazioni dirette fra Damasco e Tel Aviv.







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