Sudan - Denunciati nuovi crimini della RSF
- Roberto Roggero
- 1 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Assadakah News - Da due settimane, la guerra in Sudan è entrata nel terzo anno, con le drammatiche conseguenze di malattie, fame e sete, violenza, mancanza di aiuti umanitari.

Il generale Mohamed Hamdan Hemeti, capo dei ribelli paramilitari Janjaweed, oggi Rapid Support Force, e le forze armate governative del presidente Abdel Fatta Al-Buhran, non riescono a trovare un accordo, mentre ci sono circa 13 milioni di sfollati, dei quali quasi 4 milioni hanno oltre passato il confine con Paesi già afflitti da pesanti problemi interni, soprattutto Chad e Sud Sudan.
Le truppe governative hanno riconquistato Khartoum alla fine dello scorso marzo, ma la città è devastata e non esistono servizi, inoltre nuclei isolati della RSF continuano a sottoporla a bombardamenti indiscriminati. Bersaglio privilegiato il comando delle SAF (Forze Armate Sudanesi), ma anche e soprattutto i civili, con armi pesanti basate nei pressi di Salha, periferia sud-occidentale della città gemella Omdurman, sull’altro lato del Nilo, anch’essa devastata dalla guerra.
La crisi è particolarmente drammatica nel Darfur. A nord, dove si trova Al-Fasher, le stragi di civili, da parte dei paramilitari ribelli, sono purtroppo quasi giornaliere, non ultima quella di 12 operatori umanitari. Il campo profughi di Zamzam ha occupato per alcuni giorni le pagine dei media occidentali, non tanto perché è l’accampamento più grande del mondo, quanto perché è stato obiettivo di attacchi continui da parte della RSF, con gruppi scatenati sena alcuna pietà. Oltre 400mila sfollati sono stati cacciati, bombardati, e più di 350mila sono scappati dopo che è finita la possibilità di avere acqua potabile. “Nel Darfur settentrionale, la città di Tawila a circa 70 km da Zamzam, numerosi i morti per fame e sete, tanti crollano per strada tra Al-Fasher e Tawila, e si stanno diffondendo il rapimento e l’arruolamento forzato, anche di bambini”, ha dichiarato Noah Taylor, responsabile del Consiglio Norvegese per i Rifugiati.
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