Toscana: rottura con Israele, caso Carrai e "campo largo"
- Roberto Roggero
- 11 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Maddalena Celano (Assadakah News) - Dopo Puglia ed Emilia-Romagna, anche la Toscana si appresta a interrompere i rapporti con Israele, unendosi al coro di condanna contro il governo Netanyahu per l’offensiva militare a Gaza. Ma mentre il dibattito politico regionale si infiamma, la vicenda assume contorni più complessi, legati alla figura di Marco Carrai, imprenditore, console onorario di Israele a Firenze e presidente della Fondazione Meyer.
Mozioni e divisioni
Due mozioni (una del Partito Democratico e l’altra di M5S, Sinistra Italiana e Avs) chiedono alla Giunta Regionale di sospendere ogni relazione con il governo israeliano, inclusi i rappresentanti diplomatici, finché non cesserà l’operazione militare a Gaza. Il governatore Eugenio Giani si è detto favorevole, sottolineando che si tratta di una presa di posizione contro Netanyahu, non contro il popolo israeliano.

Il PD insiste sul carattere simbolico del gesto, ma anche su una possibile pressione concreta: “Chiediamo la sospensione degli accordi UE-Israele”, ha dichiarato il consigliere Enrico Sostegni. Intanto, il M5S spinge per un taglio netto, incluso il boicottaggio commerciale e accademico, tuttavia, il “campo largo” non è compatto: Italia Viva, legata a Matteo Renzi, si oppone, difendendo la figura di Carrai e organizzando contromanifestazioni con bandiere israeliane.
Fra Meyer e diplomazia
Al centro della polemica Marco Carrai, storico alleato di Renzi e console onorario di Israele, accusato di conflitto di interessi per la doppia veste alla guida del Meyer, ospedale pediatrico fiorentino. Le associazioni pro-Palestina chiedono le sue dimissioni, mentre un appello firmato da cento personalità (tra cui Susanna Nirenstein e Paola Concia) lo difende.
Non è tutto: Carrai ha rivoluzionato la governance del Meyer, sostituendo parte del CdA con un “advisory board” di miliardari internazionali, tra cui Ronald Lauder (filo-Netanyahu); Hamad bin Jassim Al Thani, ex premier del Qatar e proprietario del Four Seasons di Firenze; Mohamed al-Shaibani, legato agli investimenti emiratini. Una svolta che solleva non pochi interrogativi sui legami fra sanità pubblica, affari e geopolitica.
Contesto nazionale e internazionale
La Toscana segue l’esempio di Puglia ed Emilia-Romagna, dove i presidenti Emiliano e De Pascale hanno già sospeso i rapporti, ribadendo però la distinzione tra governo e cittadini israeliani. Intanto, a livello UE, 17 Paesi hanno votato per rivedere l’accordo di associazione con Israele, basato sul rispetto dei diritti umani.
Il fattore Renzi
Il Consiglio Regionale toscano discuterà le mozioni a giugno, con un voto che potrebbe unificare i testi. Giani punta a raccogliere 5 regioni per una legge nazionale sul riconoscimento della Palestina, nel frattempo la protesta pro-Palestina resta alta, con presidi davanti alla Regione.
In conclusione, la Toscana diventa il laboratorio di uno scontro che mescola politica estera, interessi economici e diritti umani. Il tutto con una domanda in sospeso: quanto peserà, in questa partita, l’ombra di Matteo Renzi e dei suoi legami con il Medio Oriente?
Comments