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Toscana: rottura con Israele, caso Carrai e "campo largo" 

Maddalena Celano (Assadakah News) - Dopo Puglia ed Emilia-Romagna, anche la Toscana si appresta a interrompere i rapporti con Israele, unendosi al coro di condanna contro il governo Netanyahu per l’offensiva militare a Gaza. Ma mentre il dibattito politico regionale si infiamma, la vicenda assume contorni più complessi, legati alla figura di Marco Carrai, imprenditore, console onorario di Israele a Firenze e presidente della Fondazione Meyer.

Mozioni e divisioni 

Due mozioni (una del Partito Democratico e l’altra di M5S, Sinistra Italiana e Avs) chiedono alla Giunta Regionale di sospendere ogni relazione con il governo israeliano, inclusi i rappresentanti diplomatici, finché non cesserà l’operazione militare a Gaza. Il governatore Eugenio Giani si è detto favorevole, sottolineando che si tratta di una presa di posizione contro Netanyahu, non contro il popolo israeliano.

L'imprenditore Marco Carrai, console onorario di Israele a Firenze
L'imprenditore Marco Carrai, console onorario di Israele a Firenze

Il PD insiste sul carattere simbolico del gesto, ma anche su una possibile pressione concreta: “Chiediamo la sospensione degli accordi UE-Israele”, ha dichiarato il consigliere Enrico Sostegni. Intanto, il M5S spinge per un taglio netto, incluso il boicottaggio commerciale e accademico, tuttavia, il “campo largo” non è compatto: Italia Viva, legata a Matteo Renzi, si oppone, difendendo la figura di Carrai e organizzando contromanifestazioni con bandiere israeliane.

Fra Meyer e diplomazia

Al centro della polemica Marco Carrai, storico alleato di Renzi e console onorario di Israele, accusato di conflitto di interessi per la doppia veste alla guida del Meyer, ospedale pediatrico fiorentino. Le associazioni pro-Palestina chiedono le sue dimissioni, mentre un appello firmato da cento personalità (tra cui Susanna Nirenstein e Paola Concia) lo difende.

Non è tutto: Carrai ha rivoluzionato la governance del Meyer, sostituendo parte del CdA con un “advisory board” di miliardari internazionali, tra cui Ronald Lauder (filo-Netanyahu); Hamad bin Jassim Al Thani, ex premier del Qatar e proprietario del Four Seasons di Firenze; Mohamed al-Shaibani, legato agli investimenti emiratini. Una svolta che solleva non pochi interrogativi sui legami fra sanità pubblica, affari e geopolitica.

Contesto nazionale e internazionale

La Toscana segue l’esempio di Puglia ed Emilia-Romagna, dove i presidenti Emiliano e De Pascale hanno già sospeso i rapporti, ribadendo però la distinzione tra governo e cittadini israeliani. Intanto, a livello UE, 17 Paesi hanno votato per rivedere l’accordo di associazione con Israele, basato sul rispetto dei diritti umani.

Il fattore Renzi

Il Consiglio Regionale toscano discuterà le mozioni a giugno, con un voto che potrebbe unificare i testi. Giani punta a raccogliere 5 regioni per una legge nazionale sul riconoscimento della Palestina, nel frattempo la protesta pro-Palestina resta alta, con presidi davanti alla Regione.

In conclusione, la Toscana diventa il laboratorio di uno scontro che mescola politica estera, interessi economici e diritti umani. Il tutto con una domanda in sospeso: quanto peserà, in questa partita, l’ombra di Matteo Renzi e dei suoi legami con il Medio Oriente?

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