Tunisia - Al Bardo raccontata la presenza italiana
- 2 mag
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Aggiornamento: 3 mag

Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - L’ Ambasciatore d’Italia in Tunisia, S.E. Alessandro Prunas, ha inaugurato il 25 aprile una mostra fografica, in esposizione al Museo del Bardo fino al 25 luglio.
La mostra riporta il suggestivo titolo Daccourdou, parola dal dialetto siciliano condivisa da entrambe le lingue e che significa “trovare un’intesa”. Il saper trovare un accordo, un’intesa, è la competenza fondamentale per la riuscita di qualsiasi relazione sociale ed “è piuttosto emblematico che questa parola sia condivisa dalle due lingue”, ha detto l’Ambasciatore a Tunisi.
L’inaugurazione della mostra è stata fatta insieme al Direttore Generale dell’Istituto Nazionale del Patrimonio Tunisino (Inp), Tarek Baccouche, e al Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi, Fabio Ruggirello.
Attraverso un percorso di immagini, l’esposizione racchiude le relazioni di oltre due secoli tra Italia e Tunisia.
“Siamo lieti che questa mostra polisemica sugli aspetti e le forme della presenza culturale italiana in Tunisia sia organizzata presso il Museo nazionale del Bardo, - ha affermato Jamel Hajji, direttore del Museo - attraverso il prisma di immagini e foto che trascendono le barriere linguistiche, un racconto coinvolgente conduce lo spettatore o visitatore in un viaggio emozionale che tocca sia il cuore che la mente.

La foza evocativa dei colori e la dinamica dei personaggi trasformano così scene ordinarie in finestre aperte non solo sulla nostra storia comune e non comune, ma anche sul nostro immaginario collettivo.”
Il curatore della Mostra, Filippo Maggio, uno dei più importanti esperti di fotografia contemporanea, ha scelto i quattro fotografi incaricati di interpretare il dialogo culturale tra Italia e Tunisia.
Il fotografo Claudio Gobbi ha avviato un dialogo con la bellezza senza tempo del patrimonio archeologico tunisino, mentre le sperimentazioni di Souad Mani hanno inteso rivisitare le memorie della presenza italiana in Tunisia. Giovanna Silva ha gettato uno sguardo sull’infanzia italiana nell’architettura della città di Tunisi. Infine, Tommaso Fiscaletti, ha voluto ritrarre le persone che, in virtù della loro professione, incarnano quotidianamente l’osmosi culturale tra i due Paesi.

Invitando turisti e visitatori a visitare, in particolare, la prima sezione del racconto fotografico dedicata all’archeologia, il Direttore Generale dell’Inp Baccouche ha asserito che quest’anno “celebriamo 60 anni di lavoro comune e di proficua collaborazione, 60 anni di relazioni feconde e amichevoli, 60 anni durante i quali sono state fatte numerose scoperte che hanno completato o rimesso in discussione le nostre conoscenze nel campo dell’archeologia e della storia”.
Lo stesso Ambasciatore Prunas, che nei giorni scorsi ha preso parte a due giornate di studio dedicate alla cooperazione archeologica per i 60 anni dalla prima missione italiana in Tunisia, ha affermato che “attraverso queste immagini, potremo vedere la forte presenza e integrazione (dell’Italia) in un Paese multiculturale, accogliente, molto tollerante verso le culture e le religioni”.







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