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Arabia Saudita-Iran: annunciato accordo per stabilità nella Regione

Assadakah News Agency – Riyadh e Teheran hanno reso pubblica una dichiarazione congiunta, con la quale è stato annunciato un prossimo incontro di vertice per concludere un accordo che porti alla stabilità e alla sicurezza nella regione medio-orientale e non solo.

Il comunicato è stato emesso dopo un incontro fra i ministri degli Esteri dei due Paesi, a Pechino, dove si sono messi a punto anche i preparativi per l’apertura delle rispettive ambasciate e rappresentanze diplomatiche. Nel frattempo, sono cominciate anche le procedure per la riapertura dei voli di collegamento e la concessione di visti ai cittadini arabi e iraniani. A riprendere saranno anche le relazioni e gli incontri nel settore imprenditoriale pubblico e privato, e quanto è previsto dagli accordi di cooperazione per quanto riguarda la sicurezza, che Arabia Saudita e Iran hanno formato nel 2001.

Con lo storico accordo Arabia Saudita-Iran, si punta sulla diplomazia per risolvere diverse questioni, dirette e indirette, ma in effetti rimane un accordo ancora tutto da scrivere, e i tempi non saranno immediati. Nel programma, Riyadh e Teheran dovranno tenere conto di Ucraina, Siria, Yemen, e altre questioni ancora aperte, da che i due Paesi hanno interrotto le relazioni nel 2016. E resta da vedere che cosa ne trarrà il mediatore cinese.

Una mossa che enfatizza le nuove relazioni internazionali nell’area del Golfo e racconta l’attuale politica estera del regno saudita, che ha scelto di riallacciare ufficialmente le relazioni diplomatiche con Teheran, portando a compimento un processo di de-escalation regionale in corso dal 2021. I principi di sovranità e non-interferenza sono i due cardini dell’accordo saudita-iraniano che dovrebbe portare, entro due mesi, alla riapertura delle ambasciate nonché allo scambio del personale diplomatico. Non ultima, la questione nucleare iraniana.

L’obiettivo dell’Arabia Saudita è dotarsi di tutti gli strumenti possibili, militari e politici, per poter fronteggiare un eventuale scenario di crisi mediorientale e nel Golfo. Da allontanare il più possibile, anche perché il percorso di diversificazione economica oltre il petrolio richiede stabilità. Il ritorno alla diplomazia formale tra Arabia Saudita e Iran può incentivare il rinnovo della tregua nazionale in Yemen, forse addirittura la fine del conflitto, l’ultimo post-2011 ancora ufficialmente aperto nella regione.

Il regno saudita sta poi moltiplicando la diplomazia umanitaria tramite aiuti e donazioni finanziare, pur con uno scopo politico. Da questi teatri di crisi, in cui l’Iran è direttamente o indirettamente coinvolto, sono arrivati i primi sottili segnali del disgelo fra sauditi e iraniani.

Per la Cina, prima importatrice di petrolio dal Golfo, il comunicato a tre che ristabilisce relazioni diplomatiche fra Arabia Saudita e Iran è la dimostrazione dell’accresciuto ruolo di Pechino nella regione, nonché un indubbio successo d’immagine. D’altronde gli Stati Uniti, troppo sbilanciati fra le parti, non avrebbero potuto mediare fra Riyadh e Teheran.

C’è però un dettaglio che spesso sfugge: quella in Yemen non è una guerra per procura. Quindi l’accordo tra Arabia Saudita e Iran non deve alimentare qui attese eccessive. Sauditi e iraniani giocano in Yemen una lotta d’influenza: ma le origini del conflitto sono interne, per il potere politico, il controllo delle risorse e le autonomie locali.

L’Arabia Saudita potrebbe ora sfruttare l’accordo con l’Iran per trovare un’intesa specifica con gli houthi, incentrata sulla sicurezza del confine saudita-yemenita. Forse l’exit strategy dallo Yemen che Riyadh cercava da tempo per declassare il conflitto, nella sua agenda, a ‘piccola guerra locale’. Da mesi, i colloqui sauditi-houthi escludono il governo riconosciuto yemenita, nonché il Consiglio presidenziale voluto proprio da Riyadh. Tra i secessionisti del Consiglio di Transizione del Sud, che del governo fanno formalmente parte, monta lo scontento anche per questo. L’accordo di Pechino fra Arabia Saudita e Iran apre dunque una stagione di opportunità per il Medio Oriente e non solo. È però probabile che Riyadh e Teheran debbano ancora scoprire delle carte: da queste dipenderanno i reali equilibri futuri dell’area.

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