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I mille volti dell'arabo: classico, standard, medio e dialetto

La varietà della lingua araba in base al contesto comunicativo
La varietà della lingua araba in base al contesto comunicativo

Chiara Chimienti (Assadakah News) - La coesistenza di forme di comunicazione distinte (multiglossia), con funzioni diverse, è antica nel mondo arabo. Infatti, oltre alle parlate arcaiche delle tribù beduine, una lingua comune, sovratribale, esisteva già prima del V secolo d.C.. 

Si basava su delle lingue dell’Arabia Centrale e serviva innanzitutto a declamare la poesia in occasioni di incontro fra diverse comunità tribali. Ma questo arabo prettamente letterario o classico, conosciuto come Fusha, non essendo utilizzato per comunicare nel quotidiano, finì per allontanarsi sempre più dalle parlate beduine da cui aveva avuto origine.

Il Fusha è stato successivamente ricostruito dai grammatici in buona misura secondo modelli parziali: tanto la poesia antica quanto il Corano, anch’esso trasmesso in arabo letterario fino ad oggi, furono messi per iscritto molto tempo dopo la loro apparizione. I dialetti contemporanei, l’Ammiyya, invece, si svilupparono solo più tardi.

Dialetti e Arabo Standard Moderno  

Oggi la comunicazione colloquiale nei Paesi arabi è resa quasi esclusivamente attraverso il dialetto, l’Ammiyya. Questo varia moltissimo da zona a zona. Esistono delle macro-aree dialettali per divisione geografica: dialetto Levantino, Maghrebino-occidentale, Egiziano, Sudanese, Arabico, Mesopotamico. Nonostante questa classificazione, forme, lessico e accenti possono cambiare notevolmente sia da paese a paese della stessa regione dialettale, che all’interno degli stessi confini nazionali. 

Negli anni, per favorire una comunicazione più omogenea tra paesi, è emersa una forma più “moderna” di Fusha, se così possiamo intenderla. Si tratta dell’Arabo Moderno Standard (MSA), oggi utilizzato in contesti formali come radio, televisione, stampa, conferenze, funzioni religiose, editoria. In queste situazioni è essenziale che il messaggio sia veicolato all’intero pubblico arabofono, indipendentemente dalle differenze dialettali. 

Così, il MSA può considerarsi una sorta di lingua universale, un agglomerato delle varie tipicità dialettali, unite al lessico e alla sintassi del Fusha. Nonostante il MSA sia stato codificato per essere capito da tutti gli arabi, non essendo la lingua del quotidiano di nessuno, il grado di comprensione e utilizzo dei parlanti può variare, per esempio, in base al loro livello di istruzione.

Arabo Parlato Colto o Arabo Medio 

L’Arabo Parlato Colto o Arabo Medio (ESA) aggiunge un ulteriore tassello a questo quadro linguistico già di per sé molto ricco. Gli studiosi lo definiscono un incrocio fra Fusha e dialetti, sia da un punto di vista lessicale che sintattico. 

L’ESA privilegia espressioni condivise tra i diversi dialetti, evitando quelle troppo specifiche di ciascuno. In questo senso, si può dire che attinge più dall’Arabo Standard che dai dialetti. Tuttavia, quando parlano in ESA, i parlanti mantengono l’influenza del proprio dialetto, che aggiunge colore alla conversazione.

Generalmente, è utilizzato da tutti gli arabi che hanno svolto un percorso educativo presso università o altri istituti. È frequente in contesti formali: per esempio, un professore può decidere di tenere una lezione in questa lingua “media”.  

Al contempo, l’ESA può presentarsi anche in casa, nei mercati, nei campus universitari, ecc. É interessante notare che non è una lingua codificata scritta, come non lo sono normalmente i dialetti e come lo è invece il Fusha e l’MSA. Per questo, si potrebbe denominare come una “lingua improvvisata”, un discorso pronunciato spontaneamente. Un esempio di parlante in ESA è un artista del cinema che, intervistato da un giornalista radiofonico, risponda oralmente né in un linguaggio esclusivamente colloquiale, né del tutto formale. 

Un’ultima caratteristica interessante dell’ESA è la presenza di numerosi prestiti lessicali da lingue come l’inglese o il francese. Ciò è dovuto, da un lato, alla sua associazione con l’élite delle società arabe, generalmente più esposta a culture straniere oltre che alla propria; dall’altro, al fatto che l’arabo, in alcuni casi, non dispone di termini specifici per concetti che in altre lingue hanno una denominazione precisa. 


Bibliografia essenziale 

Linguaggio e Cultura della Civiltà Araba di Nadia Anghelescu

Educated Spoken Arabic (Esa) : A New Alternative For Future Teaching Arabic As A Foreign Language di Promadi Universitas Islam Negeri Sultan Syarif Kasim Riau, Indonesia

Educated Spoken Arabic (ESA) in the Teaching of Arabic in Indonesia di Nirwansyah





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