Armenia - Echmiadzin denuncia persecuzioni
- 16 ott
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Letizia Leonardi (Assadakah News) - Nelle prime ore del 15 ottobre si è consumato in Armenia un episodio destinato a lasciare un segno profondo nei rapporti tra Stato e Chiesa. Secondo quanto denunciato dall’Ufficio stampa della Sede Madre di Santa Echmiadzin, il centro spirituale della Chiesa Apostolica Armena, le forze dell’ordine hanno fatto irruzione presso la diocesi di Aragatsotn, perquisendo la residenza del Vescovo Mikayel Proshyan e le abitazioni di numerosi sacerdoti e dipendenti ecclesiastici.
L’operazione sarebbe stata avviata sulla base di una denuncia presentata da Daniel Ioannisyan, presidente dell’ONG Union of Informed Citizens, e da un sacerdote, Aram Asatryan, accusato da Echmiadzin di aver diffuso informazioni false. Il risultato è stato l’arresto del Primate della Diocesi, di dodici sacerdoti, fra cui i Reverendi Parren Arakelyan, Hayk Kocharyan, Mkrtich Yeranyan e altri, oltre al contabile, al tesoriere e all’amministratore della diocesi.
Secondo la Chiesa, per ore non sarebbe stato reso noto il luogo di detenzione di sei dei religiosi, privati dell’accesso all’assistenza legale. Una circostanza definita “in palese violazione della legge” e paragonata a metodi “tipici dei regimi totalitari”.
Echmiadzin parla chiaramente di persecuzione politica e inserisce l’episodio in quella che definisce una “campagna sistematica anti-ecclesiastica portata avanti dalle autorità”. L’obiettivo, sostiene il comunicato, sarebbe quello di “minare l’autorità della Chiesa, diffondere paura tra il clero e i fedeli, e ostacolare le funzioni religiose”, con un danno diretto alla vita spirituale delle comunità locali.
Il comunicato si chiude con un appello alla resistenza pacifica: “Non cedete alle provocazioni. Con intrighi e repressioni non è possibile piegare i servitori spirituali e il popolo di fede. Preghiamo per la pace nella nostra Patria”.
Il caso si inserisce nel clima già teso tra la Chiesa Apostolica Armena e il governo del premier Nikol Pashinyan, accusato da più fronti di voler ridurre l’influenza dell’istituzione religiosa nella società e di volerla escludere dal dibattito nazionale, specialmente dopo la resa del Nagorno-Karabakh e le proteste che ne sono seguite.
L’intervento delle forze dell’ordine contro un’intera diocesi rappresenta comunque un salto di qualità senza precedenti nella storia recente dell’Armenia indipendente. Se confermato nei termini descritti da Echmiadzin, potrebbe diventare un punto di rottura non soltanto politico, ma anche identitario. La Chiesa, infatti, oltre a essere una struttura religiosa, incarna la continuità storica del popolo armeno.







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