Armenia - L'aristocrazia tra memoria e rinascita
- Letizia Leonardi
- 23 ore fa
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Aggiornamento: 36 minuti fa

Letizia Leonardi (Assadakah News) - In un’epoca in cui la modernità sembra voler cancellare ogni traccia di memoria nobiliare, l’Armenia si distingue per un singolare tentativo di recupero delle proprie radici aristocratiche. Dal 1992 esiste a Yerevan l’Unione dei Nobili Armeni (Union of the Armenian Noblemen – UAN), una delle più particolari organizzazioni non governative del Paese, fondata per tutelare, studiare e far rivivere la tradizione della nobiltà armena, spezzata prima dall’Impero zarista, poi definitivamente dal potere sovietico.

L’Unione è presieduta da una figura che fonde in sé rigore accademico e passione storica: il professore Gevorg Pirumyan, Dottore in Scienze Tecniche, scienziato di fama e “maresciallo della nobiltà” secondo l’Almanach de Gotha. Con lui collaborano genealogisti, storici e discendenti delle antiche casate armene che, sparse in tutto il mondo, contribuiscono a costruire una banca dati del passato. L’organizzazione è ufficialmente registrata presso il Ministero della Giustizia della Repubblica di Armenia ed è riconosciuta come punto di riferimento per chiunque – in Armenia o all’estero – possa vantare origini nobiliari armene o titoli provenienti da casati stranieri.
Non si tratta di una semplice celebrazione del passato: la missione dell’UAN è profonda, metodica e culturale. Il suo statuto afferma l’obiettivo di ristabilire il ruolo storico della nobiltà armena nella società moderna, promuovendo ideali morali, etici e di servizio alla collettività, in linea con la tradizione dei nakharar, i principi armeni medievali che costituivano l’ossatura politica e militare dei regni d’Armenia. Dalle famiglie Mamikonian e Bagratuni ai Melik dell’epoca persiana, la nobiltà armena ha sempre avuto una funzione politica oltre che simbolica.
L’Unione conserva una fondazione storica e documentaria, dove sono raccolti libri, lettere, oggetti d’arte, ritratti e pergamene familiari. Una sezione dedicata alla ricerca genealogica lavora per ricostruire con criteri scientifici le linee dinastiche, collaborando anche con archivi esteri, con enti come la Armenian Genealogical Society e la piattaforma FamilySearch. Alcuni degli studi confluiscono in volumi, articoli o simposi organizzati dall’Unione, con l’intento di formare una nuova generazione consapevole del valore identitario di queste radici.

Il professor Pirumyan, laureato all’Università Statale di Yerevan, autore di numerose pubblicazioni e membro di accademie scientifiche in Russia e Italia, ha dato all’Unione una struttura solida. Sotto la sua guida, l’UAN ha registrato una crescita costante, arrivando a contare oltre 400 membri. La partecipazione è aperta a uomini e donne, senza distinzione di fede, lingua, età o provenienza geografica: l’unico requisito è la documentata appartenenza a una famiglia nobiliare, armena o straniera.
Il progetto ha anche una valenza internazionale. Alcuni casati “dormienti”, dimenticati o annullati dalla diaspora e dalle repressioni sovietiche, stanno ricevendo una nuova legittimazione simbolica. Uno degli esempi più curiosi è quello della cosiddetta Casa principesca di Yerevan, la cui ricostruzione araldica è stata promossa dall’UAN e affidata al “Prince Alexander of Yerevan”, figura riconosciuta a livello simbolico e inserita nei repertori nobiliari europei.
In un mondo che spesso liquida ogni discorso sulle élite con sospetto o sarcasmo, l’Unione dei Nobili Armeni propone invece un recupero profondo e meditato delle élite storiche, nella convinzione che non siano solo espressione di privilegio, ma anche di responsabilità, eredità culturale e continuità spirituale. È una visione antica, e insieme estremamente moderna, che cerca di dare ordine alla frattura storica vissuta da una nazione che ha sempre avuto nella memoria il proprio strumento di sopravvivenza.

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