Armenia - L'Opera italiana a Yerevan
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Letizia Leonardi (Assadakah News) - C’è un filo invisibile che lega l’Italia all’Armenia, ed è fatto di musica, disciplina, tradizione. L’11 dicembre, nella Sala Concerti Aram Khachaturian di Yerevan, quel filo ha preso forma nel concerto “Un viaggio senza tempo nelle Arie dell’Opera italiana”, una serata che ha riportato al centro la grande scuola lirica europea, senza concessioni alla moda o all’effimero.
Sul palco, l’Orchestra da Camera Nazionale d’Armenia, presentata in una formazione più ampia del consueto, è stata diretta dal maestro italiano Giuseppe Stillitano, che ha guidato l’ensemble con rigore e misura, restituendo alle partiture quella chiarezza strutturale che è cifra autentica dell’opera italiana.
Il programma ha attraversato alcune delle arie più celebri del repertorio lirico italiano, affidate a voci di primo piano della scena musicale armena. Interpretazioni intense, mai sopra le righe, costruite su tecnica solida e rispetto del testo musicale: una dimostrazione concreta di quanto la tradizione operistica italiana sia studiata e compresa anche lontano dai suoi luoghi d’origine.
La risposta del pubblico è stata calorosa, partecipe, tutt’altro che distratta. Una sala piena, attenta, consapevole di assistere non a un evento mondano, ma a un vero momento culturale. Segno che l’opera, quando è proposta senza scorciatoie, continua a parlare anche alle nuove generazioni.

L’iniziativa è stata organizzata dal Centro di Musica da Camera “Komitas”, con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia a Yerevan, nell’ambito di un percorso di collaborazione culturale ormai consolidato tra i due Paesi. Un dialogo che passa dalla musica e che si fonda su valori condivisi: studio, continuità, rispetto della tradizione.
La scelta della Sala Khachaturian, uno dei luoghi simbolo della musica classica armena, non è stata casuale. Intitolata a uno dei grandi compositori del Novecento, la sala rappresenta ancora oggi uno spazio dove la musica non è intrattenimento, ma patrimonio vivo.
In un tempo in cui tutto tende a essere rapido e consumabile, serate come questa ricordano una verità semplice: la grande musica non ha bisogno di essere reinventata, ma solo eseguita bene. E quando accade, il pubblico lo riconosce subito.







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