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Immagine del redattoreLetizia Leonardi

Armenia - Le meraviglie architettoniche e culturali di Gyumri

Via Abovyan

Letizia Leonardi (Assadakah News) – Quando si parla di Armenia spesso si scrive di attacchi azeri e sanguinose guerre. Quando si raccontano le bellezze naturalistiche e artistiche di questa antichissima Repubblica caucasica spesso al centro dell’attenzione è la capitale Yerevan, tuttavia ci sono altre città non meno importanti e che meritano di essere conosciute e visitate. Una di queste è Gyumri, capoluogo della provincia di Shirak. a circa 120 km dalla capitale Yerevan. 

Con i suoi quasi 150 mila abitanti, e la seconda più popolosa e la più russa delle città armene. Il suo toponimo ha subito vari cambiamenti nel corso del tempo. Nota inizialmente come Kumayri, in passato si è chiamata Aleksandropol e Leninakan. Il nome Aleksandropol le è stato dato dopo la visita dello zar Nicola I nel 1837, in onore di sua moglie Aleksandra Fëdorovna. Nel 1924, anno della morte di Lenin, è stata ribattezzata Leninakan. La ridenominazione in Gyumri è legata alla tanto attesa indipendenza dall’Unione Sovietica.

Nonostante gli ingenti danni provocati dal terremoto che ha colpito, nel 1988, l’Armenia del nord, Gyumri è apprezzata per la sua architettura Liberty e l’artigianato locale. Si può tranquillamente affermare che questa città sia la capitale artistica e culturale dell’Armenia.

Madre Armenia

Ci sono treni, ma anche taxi che, con circa due ore e a prezzi assolutamente modici, portano i turisti a Gyumri. Sono diversi gli italiani che hanno deciso di trasferirsi in Armenia e in particolare in questa interessante città, tra questi Antonio Montalto, medico palermitano, arrivato per prestare soccorso in occasione del terribile sisma, in particolare ai piccoli orfani, e poi per lavorare alla ricostruzione dei reparti maternità degli ospedali. Il dottor Montalto in Italia non è più tornato. È presidente della Fondazione Family Care e dal 2001 a fine 2022 è stato console onorario d’Italia di questa città che ha ricevuto la visita sia di papa Giovanni Paolo II sia di papa Francesco. Grazie a Montalto a Gyumri è stato realizzato anche un importante laboratorio di ceramica che avvia molti giovani a questa professione e che si ispira alle tradizioni di Kütahya, città della Turchia dove prima dei tragici eventi del 1915 era attiva una folta comunità armena dedita a questo tipo di attività fin dal XV-XVI secolo. I migliori manufatti, realizzati nella scuola si possono ammirare al Museo della ceramica di Gyumri, spesso prestati per mostre allestite in diverse città europee.

In Armenia, ogni cosa e ogni città parla di storia e Gyumri non fa eccezione.

Il primo insediamento della città si suppone essere stato opera di alcuni colonizzatori greci intorno al 401 a.C. Un'ipotesi alternativa attribuisce la fondazione a una tribù di Cimmeri, basandosi sul fatto che la regione è stata conquistata da questo popolo intorno al 720 a.C. Nel 1837 è diventata una fortezza russa a seguito della Guerra russo-persiana. Dopo la fine della guerra russo-persiana del 1826-1828, tutta l’area è passata sotto il controllo zarista, poi sovietico, fino alla dissoluzione dell’URSS all’inizio degli anni ‘90. È stato nel periodo zarista che sono stati costruiti eleganti palazzi in tufo nero e di colore arancio, con i portoni scolpiti in legno, con bellissime balconate e cancelli in ferro battuto e gli edifici in stile Liberty. In quegli anni anche i commerci prosperavano: gioiellieri, fabbri, sarti, ricamatori, artigiani della scarpa, dei tappeti, del rame, orologiai, stagnai, carratori arricchivano la città con le loro botteghe, apprezzate anche fuori dai confini nazionali. Uno dei simboli della città è la mushurba, una tazza che mantiene fresca l’acqua la cui forma produce un suono particolare quando l’acqua viene versata e bevuta. L’eleganza dell’architettura, che unisce lo stile armeno e quello russo, si ritrova soprattutto nella zona pedonale della via Abovyan, dove c’è la Galleria delle sorelle Mariam e Eranuhi Aslamazyan, un museo creato nel 1987 e riaperto nel 2004 a causa del terremoto, che ospita le opere delle due sorelle che sono state pittrici, grafiche e ceramiste. Nate nei primi anni del 1900 si sono formate nelle accademie d’arte di Yerevan, Mosca e San Pietroburgo. Il museo è ospitato in un bell’edificio del 1880, appartenuto a una ricca famiglia di mercanti: i Qeshishovs. Bellissimo anche il cortile interno con i tipici balconi in legno del XIX secolo. Poco distante c’è il Grand Hotel Apricot, l’albergo più elegante della città, in un palazzo del 1870. All’interno, oltre a molti pregiati pezzi di arredamento, si possono ammirare opere del pittore Minas Avetisyan, morto nel 1975,  considerato uno dei più importanti esponenti della scuola di pittura locale. In una traversa del quartiere storico, si trova la casa museo dedicata al noto scrittore Hovhannes Shiraz, nel cui cortile, che ospita un caffè letterario, ci si può immergere  nella vita armena nel XIX secolo e ammirare i suoi costumi tradizionali.  

Ci sono molte altre soste imperdibili nel quartiere storico della città, come il Museo della vita urbana e dell'architettura nazionale o la chiesa delle Sette Ferite, l’unica a rimanere aperta in epoca sovietica come spazio multi religioso dedicato al culto ortodosso, apostolico armeno e cattolico. Biblioteche storiche, il birrificio, il caratteristico mercato pieno di profumi e di colori e aree verdi rendono questa città davvero accattivante.

Ma Gyumri ha un’altra sorpresa da riservare ai visitatori: la grande statua di Charles Aznavour. Il notissimo cantante di origine armena nel 1995 è stato nominato ambasciatore itinerante presso l’Unesco, nel 2004 è stato proclamato Eroe nazionale e poi ambasciatore ONU per l’Armenia. Fra le tante azioni intraprese c’è stato anche il finanziamento a sue spese di un volo Yerevan-Parigi quando l’Armenia, dopo il conflitto con l’Azerbaijan negli Anni ’90, si trovò isolata dal mondo.

La città è dotata di un aeroporto, secondo per importanza all'aeroporto internazionale Zvartnots di Yerevan. Inutile dire che alle bellezze artistiche si aggiungono anche quelle naturalistiche con tante sorgenti di acqua, fiumi e territorio prevalentemente montuoso.

(Foto di Vagare-Lush di Emily Lush)

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