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Armenia - Nuova minaccia dell'Azerbaijan


Letizia Leonardi - Sempre più insistenti le voci, che arrivano da oltre oceano, su un imminente nuovo attacco dell'Azerbaijan, questa volta, sul territorio sovrano della Repubblica d'Armenia. Secondo la Casa Bianca sarebbe un'azione militare su larga scala. Ad Aliyev non è bastato prendersi il Nagorno Karabakh. Ora punta all'Armenia del sud. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha già più volte lanciato l'allarme: c'è la concreta possibilità che il governo di Baku stia seriamente pianificando un'imminente invasione dell’Armenia. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha avvisato il presidente azero Aliyev sulle gravi conseguenze che avrebbe la violazione dell’integrità territoriale armena. Un allarme, quello americano, che non è infondato dato che gli azeri attaccano nei momenti più critici. Quale migliore occasione infatti, approfittare della guerra tra Israele e la Palestina di Hamas per sferrare l'attacco nel sud dell’Armenia? Secondo il dittatore di Baku la provincia meridionale armena di Syunik e la stessa capitale armena Yerevan, sarebbero territori storicamente azeri. Singolare questo modo di farsi le proprie ragioni. In Artsakh la storia non è valsa. Quella terra ancestrale abitata e governata sempre da armeni, dopo oltre 2000 anni, l'Azerbaijan se l'è presa con la forza senza pensare né alla storia né al diritto all'autodeterminazione dei popoli. Per l'Artsakh il diritto territoriale ha calpestato tutti gli altri. L'Azerbaijan si è presa il Nagorno Karabakh, liberato in pochi giorni, degli oltre 100 mila armeni, costretti alla fuga per evitare la pulizia etnica.

Ora anche l'Armenia è in serio pericolo. Il regime di Baku adesso accusa l’Armenia di ostacolare la continuità territoriale con il Nakhchivan e di occupare 8 villaggi azeri, che si trovano in 5 piccole enclave azere in territorio armeno. L’Azerbaijan, da settembre dello scorso anno, occupa oltre 200 chilometri quadrati di territori strappati alla Repubblica sovrana di Armenia, con l'ennesima l’aggressione militare., passata sempre sotto silenzio. Queste posizioni strategiche faciliterebbero il compito all'esercito azero per effettuare l'attacco di obiettivi armeni con pochissimi rischi di perdite umane da parte azera. Secondo indiscrezioni Baku riceverebbe da Israele, nonostante questa sia in guerra, armi di ultima generazione che gli permetteranno di attaccare facilmente la piccola Repubblica Caucasica. L'esercito armeno infatti possiede armi obsolete, non in grado di competere con quelle dell'Azerbaijan. In caso di attacco l'Armenia, senza l'aiuto dell'Occidente, che per ora ha fatto orecchio da mercante, non avrebbe scampo. Le intenzioni belliche degli azeri sono avvalorate dalle esercitazioni congiunte con alcuni reparti dell’esercito turco in Nakhchivan e nel Nagorno-Karabakh, previste per il 23 e 24 ottobre. La Comunità internazionale che farà? Macron ha annunciato che aprirà a Yerevan un ufficio dell’addetto militare e un consolato a Syunik, Ancora una volta l'Italia, storica alleata dell'Armenia, si fa sorpassare, per la sua vigliaccheria e poca lungimiranza, dai cugini francesi. Tuttavia, ancora nessun Paese, nessuna istituzione internazionale, ha finora imposto sanzioni a Baku, nonostante la risoluzione, purtroppo non vincolante, approvata dal parlamento europeo. L'Armenia senza l'Occidente è completamente sola. Abbandonata da Mosca, infastidita dal governo filo occidentale di Pashinyan e dall'adesione dell'Armenia alla Corte Penale Internazionale. Mosca inoltre, non ha alcun interesse a inimicarsi la Turchia e l'Azerbaijan. Baku infatti acquista gas russo, e presto anche il petrolio, consentendo così a Mosca di aggirare l’embargo sugli idrocarburi decretato da UE e USA. Anche l'Iran non intende aiutare Yerevan anche se teme la continuità territoriale che vuole conquistare l'Azerbaijan con l'attacco dell'Armenia meridionale. L'Armenia appare quindi un debolissimo vaso di coccio tra super potenze. In questi ultimi giorni, comunque, sia l’amministrazione Biden sia il governo francese sia i dirigenti delle istituzioni europee hanno fatto pressioni all'Azerbaijan affinché accantoni i progetti espansionisti. A tal proposito Washington ha sospeso il rinnovo della deroga che le consente di eludere il Freedom Support Act, provvedimento che impedirebbe di fornire aiuti militari all’Azerbaijan, disatteso sistematicamente dal 2002. E l'Italia? Italia se ci sei batti un colpo!







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