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Azerbaijan - Crepe sempre più evidenti con la Russia

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Letizia Leonardi (Assadakah News) - La frattura diplomatica tra Azerbaijan e Russia si allarga e segna un nuovo punto di tensione nel già fragile equilibrio del Caucaso meridionale. A lanciare l’allarme è un dettagliato resoconto dell’agenzia Adnkronos, che mette in luce come le relazioni tra Baku e Mosca siano oggi messe a dura prova da una serie di episodi politici, militari e giudiziari che evidenziano il progressivo sganciamento dell’Azerbaijan dall’influenza russa.

A innescare l’ultima crisi è stato l’abbattimento per errore in Kazakistan di un aereo passeggeri decollato da Baku e diretto a Grozny, avvenuto nel dicembre scorso. Secondo le ricostruzioni, a colpire l’aereo sarebbe stata proprio la difesa aerea russa. Un incidente diplomaticamente esplosivo, che ha spinto il presidente russo Vladimir Putin a scusarsi personalmente con l’omologo azero Ilham Aliyev, un fatto raro nei rapporti tra Mosca e i suoi ex satelliti sovietici.

Eppure, le scuse non sono bastate. Nei giorni scorsi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato direttamente con Aliyev, a dimostrazione, secondo Adnkronos, della crescente apertura dell’Azerbaijan verso Kiev, e quindi di un ulteriore scivolamento dal tradizionale asse russo.

Il Cremlino ha reagito con parole pesanti. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha accusato l’Ucraina di voler “provocare un’escalation delle tensioni fra Mosca e Baku e aggiungere benzina sul fuoco”. Ha però precisato che “la Russia non ha mai minacciato e mai minaccerà l’Azerbaijan”.

Sulla stessa linea anche la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha parlato di relazioni “di importanza cruciale” e ha ammonito che chi tenta di danneggiarle “dovrà assumersi la responsabilità delle conseguenze delle sue azioni”.

Nel frattempo, Mosca ha convocato l’ambasciatore azero Rahman Mustafayev per chiedere spiegazioni su quello che viene definito un “atto ostile” e una “violazione della libertà di espressione”. Il riferimento è all’arresto a Baku della giornalista Aytekin Huseynova, legata all’agenzia Ruptly (parte dell’universo mediatico di RT), fermata mentre documentava una perquisizione nei locali di Sputnik, altro media filorusso. A questo episodio si aggiunge il fermo di altre persone accusate di appartenere a reti criminali russe attive nel traffico di droga dall’Iran e in frodi telematiche.

Secondo Radio Europa Libera, l’Azerbaijan si sta sempre più smarcando dal Cremlino, forte della vittoria militare nel Nagorno Karabakh, della crescita esponenziale delle esportazioni energetiche in Europa e dell’alleanza con la Turchia.

L’analista specializzato nel Caucaso meridionale Vadim Dubnov, ha osservato che Baku sta “correggendo il disequilibrio” degli ultimi anni e lanciando un chiaro segnale a Mosca: vuole aumentare la distanza. A maggio, Aliyev aveva rifiutato l’invito a partecipare alla parata della Vittoria a Mosca, un gesto dal forte valore simbolico. Ora l’Azerbaijan starebbe anche portando avanti un’azione legale contro Mosca nei tribunali internazionali.

Fin dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, nel febbraio 2022, molti Paesi vicini alla Russia hanno guardato con crescente fastidio al Cremlino. L’Azerbaijan ha invece saputo capitalizzare sulla crisi, rafforzando la propria posizione come fornitore energetico alternativo all’Europa e anche come partner tattico per la stessa Russia, alla ricerca di vie per aggirare le sanzioni occidentali e mantenere aperti i canali verso Iran e Golfo Persico.

Ora però, anche quel fragile equilibrio sembra essersi rotto. Con la voce sempre più grossa e l’insofferenza crescente per il “protettorato russo”, Baku punta a un ruolo autonomo e centrale nel gioco diplomatico regionale.

(Foto di Factor)

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