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Bahrain – “Amare il nemico”, la doppia sfida di Papa Francesco


Franco Abdulkader Omeich – Che Papa Francesco avesse una non comune determinazione è risaputo, e lo h a ancora una volta dimostrato nel corso dell’omelia pronunciata alla messa al National Stadium di Manama, di fronte circa 30mila persone giunte da diversi Paesi, fra cui quelli del vicariato apostolico del Nord Arabia (Kuwait, Qatar e Arabia Saudita, oltre allo stesso Bahrain) e da altri territori del Golfo.

Quello del papa è stato un messaggio di fratellanza, ma ovviamente dal duplice significato politico, perché nelle parole “amare il proprio nemico”, si intende la capacità, e soprattutto la volontà di trovare la strada per la risoluzione delle molte controversie in atto, e mettere fine alle molte guerre, la cui vittima principale è la gente che vuole vivere il proprio quotidiano. “La Chiesa vi abbraccia”, oltre che in senso fraterno, di compassione e di fede, anche in senso di protezione e garanzia di sostegno.

Un messaggio che è soprattutto espressione di semplice buon senso, poiché “più si punta al potere fin ea sé stesso, più si minaccia la pace e la cooperazione. La saggezza di Cristo, in questo senso, vuole investire l’uomo del potere di trovare la pace, ma il problema è come esercitare questo potere, perché il difficile è metterlo in pratica nelle difficoltà, non soltanto quando va tutto bene".

Per prima cosa, spiega il Papa, Gesù ci invita ad amare sempre, a praticare amore qualunque sia la situazione che viviamo: “Non un amore sentimentale e romantico, come se nelle nostre relazioni umane non esistessero momenti di conflitto e tra i popoli non vi fossero motivi di ostilità. Gesù è realista, e parla esplicitamente di malvagi e nemici. Una sfida ardita e audace, quella di rimanere sempre, fedelmente, nell’amore, nonostante tutto, anche dinanzi al male”. In sostanza: “Non è sufficiente desiderare un mondo in pace, ma è necessario l’impegno concerto a partire da noi stessi, cominciando a vivere concretamente e coraggiosamente una fraternità universale, perseverando nel bene anche quando riceviamo il male, spezzando la spirale della vendetta, disarmando la violenza, smilitarizzando il cuore, a partire dalla famiglia, dalle relazioni interpersonali, e fino alle grandi questioni di stato”.

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