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Bologna - Casa museo di Lucio Dalla tra luci e ombre


Letizia Leonardi (Assadakah News Agency) – Ci vediamo da Lucio! Così inizia la visita guidata  nella bellissima residenza Bolognese,  in Via d'Azeglio 15, dove l’eclettico artista Lucio Dalla ha vissuto dal 1993 fino al 2012, anno della sua scomparsa.

Sicuramente un luogo da andare a visitare. Tuttavia, alle luci si contrappongono le ombre. Tralasciamo il fatto che la guida si è presentata, in piazza dei Celestini, con 20 minuti di ritardo all’appuntamento previsto un quarto d’ora prima di quello che doveva essere l’inizio della visita delle ore 17. Ci sta infatti che il gruppo della visita precedente si attardi facendo saltare la puntualità della guida e dei suoi collaboratori. Ciò che è visitabile non si può dire che non sia molto interessante tuttavia è al tempo stesso un po’ deludente. Dovrebbero infatti specificare che non tutta la casa è visitabile ma solo alcune stanze. Dei 600 mq di casa signorile in un bellissimo Palazzo del ‘400, che all’inizio del ‘500 divenne di proprietà della famiglia Fontana, forse se ne vedono due terzi. Non è visitabile la cucina, non è visitabile il bagno (presumibilmente ce ne saranno stati più di uno in una casa di quella notevole metratura). Questa scelta di interdire alcune parti di casa, secondo la guida, è stata fatta perché si tratta di locali normali, non meritevoli di essere visti. Normali o no sono comunque luoghi di una quotidianità che non dovrebbero essere tralasciati. Sarà che, al di là dei saloni e stanze rappresentativi vedere il luogo dove il cantante faceva banalmente colazione o si rifilava la barba, forse avrebbe potuto dare un’emozione in più. Impossibile poi che in 600 mq di casa Lucio Dalla non avesse delle stanze per gli ospiti, impossibile che nella sua camera da letto non ci fosse un armadio o un locale per il suo guardaroba.



La guida avverte, prima di arrivare nella stanza da letto del cantautore, che si potranno vedere alcuni abiti…ma di questi non c’è traccia. Peccato, perché effettivamente, anche con quelli, si poteva percepire la vicinanza con Lucio Dalla. La permanenza nei vari, pochi locali, è molto breve e con un folto gruppo di persone è praticamente impossibile  poter ammirare con calma i vari oggetti esposti. Opere d’arte di artisti del ‘500 fino ai contemporanei. Oggetti curiosi, riconoscimenti, fotografie, mobili pregiati e di diversi stili. E non c’è modo di poter tornare indietro per rivedere con più attenzione e con meno folla qualche particolare in più perché, appena la guida finisce di raccontare brevi curiosità, le porte vengono immediatamente chiuse dai due collaboratori. In fondo il costo del biglietto pari a 18 euro, che non è certo poco,  dovrebbe garantire più tempo a disposizione e non certo una toccata e fuga nelle varie sale piene di interessanti cimeli. Al contrario poi, della maggior parte delle Case Museo, che danno quella emozione e quella sensazione della presenza del legittimo proprietario, quella di Lucio Dalla sembra più che altro un museo con alcuni ricordi e oggetti del poliedrico artista. D’altra parte la stessa guida specifica che alcuni arredi sono stati tolti, altri spostati per fare, giustamente spazio al percorso della visita. Sicuramente tutto questo rende meno coinvolgenti gli ambienti. L’unica stanza più fedele appare quella chiamata, dallo stesso Lucio Dalla, “dello scemo”: la sala giochi e anche una sorta di sala cinema, dove lui si divertiva, anche con la play station. Di quella stanza, hanno potuto modificare pochissimo o niente e quindi lì e solo lì si può percepire davvero appieno la presenza del grande artista, immaginandolo in prima fila, davanti al mega schermo, affondato nel suo divano. Alla Fondazione Lucio Dalla basterebbe poco per rendere più appassionante e soddisfacente la visita di questo luogo, certamente di grande importanza per la città di Bologna che ha dato i natali a un attore e regista, ma soprattutto un cantautore di fama internazionale che, amando anche la pittura, la scultura, la fotografia, il cinema e il  teatro, ha vissuto in una residenza antica che ha reso ancora più preziosa colmandola di interessanti  e particolari oggetti.


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