Economia - Paesi arabi, Libero Scambio e diversificazione
- 6 ago
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Roberto Roggero* - Il mondo arabo è economicamente molto variegato, con Paesi ancora legati alla produzione ed esportazione di petrolio e gas naturale, e altri che stanno adeguando la propria economia al cambiamento, dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili, finanziando tale processo proprio con il commercio dei prodotti petroliferi, ma sempre più orientati verso la diversificazione, sfida che quasi tutti i Paesi della penisola arabica stanno affrontando, anche in relazione alla crescita demografica e al fabbisogno nazionale.

L’Arabia Saudita è notoriamente il principale produttore ed esportatore di greggio del mondo e si è data un ambizioso programma per la diversificazione entro il 2030, e gli Emirati Arabi, a loro volta, dimostrano una notevole apertura economica, e stanno procedendo allo stesso modo verso il cambiamento, alimentato dallo stesso commercio di risorse naturali, puntando sullo sviluppo di turismo, logistica e alleanze finanziarie e commerciali.
Gli altri Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo, soprattutto Qatar, Kuwait, Oman e Bahrain, seguono sulla strada dell’economia diversificata, con intelligente e acuta lungimiranza. L’Egitto ha un'economia diversificata che comprende agricoltura, turismo, industria e servizi, come altri Paesi della fascia mediterranea in primis Marocco, Tunisia, Algeria e altri della regione nordafricana come la Mauritania, e del Sahel che rientrano nel grande progetto Mattei per la diversificazione energetica.
Molti Paesi arabi stanno gradatamente riducendo la dipendenza da gas e petrolio, diversificando le proprie economie, per affrontare le numerose sfide che si presentano, ad esempio con la crescita demografica in rapida espansione, da cui ne deriva la necessità di aumentare l’occupazione e la fornitura di servizi.

In questo quadro, la creazione di un'area di libero scambio araba (GAFTA) e la cooperazione regionale sono importanti elementi per promuovere la crescita economica e lo sviluppo, così come in settori in rapida crescita, vedi intelligenza artificiale, energie rinnovabili, sicurezza cibernetica, economia circolare e competitività. Inoltre, sono nate diverse coalizioni economico-finanziarie, soprattutto i BRICS+ e appunto la GAFTA (Greater Arab Free Trade Area), area libero scambio formata da 18 dei 22 paesi appartenenti alla Lega Araba, e seconda per importanza e volume di affari dopo il Consiglio di Cooperazione del Golfo, gestita dal Consiglio Economico Sociale (ESC) della stessa Lega Araba. Un insieme di oltre 280 milioni di abitanti, con un prodotto interno lordo annuale di circa 1.500 miliardi di dollari.
L'economia dei Paesi arabi è quindi in piena trasformazione, con alcuni che si concentrano sulla diversificazione per ridurre la loro dipendenza dal petrolio, e altri che stanno cercando di sfruttare risorse naturali e posizione strategica per promuovere la crescita economica e lo sviluppo del commercio fra gli Stati arabi, sulla base del programma ufficiale definito a Tunisi nel febbraio 1981, per creare un'area di libero scambio panaraba a tariffa a zero entro il 2007.
La GAFTA è nata nel 1996 presso la Lega Araba. Nel 1997 il Consiglio Economico Sociale (ESC) ha approvato il programma e nello stesso anno, è stato firmato l’atto di formazione da 14 degli stati membri della Lega Araba (Bahrein, Egitto, Iraq, Kuwait, Libano, Libia, Marocco, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Sudan, Siria, Tunisia, ed Emirati Arabi Uniti). Si sono poi aggiunti Giordania, Autorità Nazionale Palestinese e Yemen e, nel 2009, l'Algeria come 18° Stato membro. Di imminente adesione Comore, Gibuti, Mauritania e Somalia.
(*Direttore responsabile Assadakah News)







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