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Firenze-Beirut, diario di viaggio

A cura di Lorenzo Somigli e Roberta Vaduva - Gli amici de "Il Tazebao" proseguono il viaggio nella tradizione, nella cultura, usi e costumi del Libano, in un periodo il cui il Paese dei Cedri è funestato dalla crisi economica e dalla mancanza di una leadership in grado di avviare una ripresa. Lorenzo e Roberta sono gli autori degli scatti che seguono, e che non hanno bisogno di commenti.

Le proteste arrivano al centro di Beirut. Il centro di ogni rivoluzione. Il luogo più caro al popolo libanese. Seguendo la folla giungiamo a Piazza dei Martiri della Rivoluzione. Droni della polizia la sorvolano a ogni angolo. Iniziano gli scontri con la polizia. Dopo tante prelibatezze il nostro viaggio ci offre anche un assaggio del gas lacrimogeno libanese.


A proposito di gas, ci viene mostrata un’opera a forma di cuore che è composta per metà da pietre, lanciate in passato dai dimostranti, e per l’altra metà da bombolette di gas lacrimogeno vuote.

Il porto mutilato. Dramma economico e ferita aperta nel cuore del Libano. L’afflusso di folla è enorme. Si passa a fatica, non c’è un metro libero. C’è chi sale sul guardrail, chi sulle auto, chi sul pullman dei pompieri. La rabbia serpeggia. I discorsi sono infuocati. Partecipano esponenti di tutta la società libanese: avvocati, ingegneri, religiosi. Alle 18:07, orario dell’esplosione, viene osservato un minuto di silenzio per le vittime.

...e una lunga fila di manifestanti diretta verso il porto per la commemorazione delle vittime

Mentre il corteo si snoda per la città ci colpisce una bandiera che è sventolata da una sopravvissuta all’esplosione, Lea Freiha, che intervisteremo nei prossimi giorni (a cura di Roberta Vaduva).

Ci uniamo ad uno dei presidi delle famiglie delle vittime. Il dolore e lo strazio sono palpabili. Ad un certo punto il clima diventa rovente e un uomo tenta di superare un posto di blocco con filo spinato.


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