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Focus - Conferenza Internazionale Roma: analisi e critica

Talal Khrais (NNA Beirut) - Roma ospiterà domani una Conferenza Internazionale sull'immigrazione, con una folta presenza araba, per contrastare il concetto che aiutare i Paesi poveri a ridurre l'afflusso di sfollati sia solo un vecchio slogan che rimane lettera morta. Verranno discusse le modalità di lotta all'immigrazione clandestina, con la partecipazione dei capi di Stato e di governo dei Paesi del Mediterraneo e non solo. Una presenza araba di spicco, oltre ai fondi arabi e non, per lo sviluppo delle organizzazioni internazionali.

Al ministero degli Esteri italiano, si ritroveranno i presidenti Kais Saied della Tunisia; Mohamed Weld Cheikh, Mohamed Ahmed Ould Al-Ghazwani della Mauritania; lo sceicco Mohamed bin Zayed Al-Nahyan degli Emirati Arabi Uniti; e il presidente egiziano Abdel Fattah El-Sisi.

Ci sarà dall'Algeria il primo ministro Ayman Abdul Rahman; e il premier del Regno del Bahrain, Salman bin Hamad Al Khalifa; con il primo ministro della Giordania, Bishr Al-Khasawneh; il primo ministro del Libano, Najib Mikati; il presidente del Consiglio Presidenziale in Libia, Muhammad Al-Manfi; il ministro dell'Interno saudita, principe Abdulaziz bin Saud bin Nayef Al Saud; il ministro degli Esteri del Kuwait, Sheikh Salem Al-Sabah; il ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana, e dal Marocco l’incaricato Nasser Bourita; e il ministro degli Affari Esteri del Sultanato dell'Oman, principe Sayed Badr Al-Saidi; il portavoce ufficiale del ministero degli Affari Esteri del Qatar, Lolwah bint Rashid Al-Khater. Insomma, un vero incontro al vertice.

Il convegno prende il via alle 12.30 con l'arrivo delle delegazioni ufficiali alla Farnesina, i lavori iniziano nel primo pomeriggio, nella Sala Conferenze Internazionali con l'intervento del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, seguito dal discorso di apertura del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Sono previste due sessioni, con le conclusioni affidate al presidente del Consiglio.

"Lo strumento migliore è la diplomazia della crescita", ha detto Tajani a proposito delle iniziative europee e internazionali per combattere l'immigrazione clandestina. Ha espresso il desiderio di accompagnare le aziende italiane nella costituzione di joint venture locali e nella lavorazione locale delle materie prime. Ha sottolineato il legame tra crescita e sicurezza, osservando che l'obiettivo è rafforzare la cooperazione nel contrasto al commercio illegale. "Il memorandum firmato riflette l'approccio al fenomeno della migrazione con la necessità di una risposta europea a una sfida europea, un rapporto paritario con i Paesi della costa meridionale, e una cooperazione globale che non si limiti alla sicurezza", ha sottolineato Tajani, indicando la necessità di un piano comune soprattutto per l'Africa. Il Presidente del Consiglio italiano, Georgia Meloni, ha visitato recentemente la Tunisia per questo obiettivo, e ha incontrato il presidente Saeid a Cartagine, inizio di un percorso che può consentire una partnership rinnovata. È interessante notare che domenica 16 luglio, Tunisia e Unione Europea hanno firmato un Memorandum d'Intesa al Palazzo di Cartagine, per stabilire un partenariato strategico che si concentri sulle aree dello sviluppo economico, delle energie rinnovabili e della lotta alla migrazione irregolare, e mira anche ad aiutare la Tunisia ad affrontare le difficoltà interne.

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha accolto con favore l'accordo volto a "investire nella prosperità condivisa", che comprende cinque principi fondamentali, comprese le questioni migratorie.

L'opposizione italiana ha criticato l'accordo

In questo contesto, il PD ha criticato l'accordo sull'immigrazione firmato in Tunisia, definendolo un tentativo di forzare le frontiere all'estero, e di allargare i confini, senza tener conto del rispetto della democrazia e dei diritti umani, come ha dichiarato il segretario del partito Ellie Schlein.

Quanto ai sindacati italiani, che saranno assenti dal vertice, hanno fortemente criticato il governo e considerato il Memorandum d'Intesa tunisino-europeo, che riunirà leader europei e africani, una legittimazione delle politiche disumane dell'Unione Europea. I sindacati, hanno espresso profondi dubbi su questo Memorandum, in quanto non garantirebbe l'uguaglianza di diritti e libertà fra i cittadini delle due sponde del Mediterraneo, e darebbe il ruolo di controllo per l'espulsione di massa degli immigrati irregolari rispetto all'identità.

Qual è il destino dell'esperienza tunisina?

La Tunisia, come la Libia, è considerata uno dei punti di partenza principali per l’immigrazione clandestina verso le coste europee, in particolare quelle italiane. Per questo la sinistra ha organizzato convegni ed erogato fondi per risolvere il problema dell'immigrazione clandestina, ma tutti gli sforzi sono stati vani e il flusso di profughi è continuato. L'Italia, dalla metà degli anni '80, ha lanciato lo slogan "aiutare i Paesi poveri a ridurre l'immigrazione". Questo è quello che ha fatto la sinistra italiana in passato, e la destra fa oggi: convegni e fondi soldi per risolvere la questione dell'immigrazione clandestina, ma senza risultati concreti, mentre il flusso dei profughi continua, soprattutto vista la attuale situazione nel Sudan, in Darfur, Libia, e altre zone di crisi.

Accordo italo-libico

Nel 2001, il governo italiano ha annunciato di aver raggiunto un accordo con il Comitato Presidenziale di intesa nazionale libico in materia di immigrazione clandestina, compresa l'istituzione di un Comitato Ministeriale e di una sala operativa congiunta. Il governo italiano ha dichiarato, in un comunicato, di approvare con il governo di intesa nazionale libico, nell'ambito della cooperazione congiunta nel campo della lotta all'immigrazione clandestina, misure urgenti volte a ridurre l'aggravarsi delle tragedie umane, visto il recente aumento dei flussi di migranti verso l'Europa, e l'Italia in particolare".

Si è concordato di formare un comitato congiunto tra i ministeri interessati nei due Paesi, e una sala operativa congiunta, per controllare e limitare questo fenomeno, attraverso una serie di diverse iniziative che devono essere attuate. La Germania nutre riserve sull'accordo e sull'approccio italiano in generale, e chiede un meccanismo serio gestito dall'Unione Europea che ne controlli l'attuazione, con la cooperazione di tutti gli organismi coinvolti a vario titolo, soprattutto la Lega Araba. Per questo, la Conferenza Internazionale di Roma, riveste un’importanza fondamentale, per le soluzioni di problemi in cui tutti siamo coinvolti, a breve, medio e lungo termine.

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