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Gaza - L’ipocrisia manifesta di Israele

Roberto Roggero - Sul piano diplomatico, pare che i molti sforzi per portare Hamas e Israele al tavolo delle trattative abbiano sortito i primi risultati positivi. Tel Aviv accetta la proposta statunitense per il cessate-il-fuoco, così come Hamas, ma intanto bombe e missili continuano a sterminare i civili innocenti di Gaza, mascherandosi dietro un illusorio diritto di difendersi, che somiglia molto di più a una calcolata operazione offensiva di pulizia etnica.

Sarebbe certo il caso di fare tacere le armi se realmente si volesse un accordo, tuttavia, non sembra certo un segno di buona disposizione l’avanzata dei carri armati israeliani all’interno dell’area urbana di Rafah, dopo una delle più massicce incursioni aeree, terrestri e marittime dall’inizio della guerra, il 7 ottobre dello scorso anno. Altre centinaia di famiglie sono state costrette alla fuga, mentre le forze israeliane si sono spinte verso l'area di Al-Mawasi, vicino alla spiaggia di Rafah, designata come area umanitaria in tutti gli avvisi e le mappe pubblicate dallo stesso esercito israeliano. Tanto meno sembra un buon segno l’attacco che l’aeronautica israeliana ha effettuato in tutta la Striscia di Gaza e la notizia, da poco diffusa, di altre sette vittime e numerosi feriti in un bombardamento aereo su una casa nel quartiere di Shujaiya, nella parte orientale di Gaza, oltre all'attacco effettuato nel Sud del Libano.

Eppure il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, continua a sbandierare il successo della diplomazia americana come unica strada per “colmare le lacune e arrivare a un accordo”. Ci ha pensato il segretario di stato Anthony Blinken a smorzare i toni. Dalla capitale del Qatar, Doha, dove si trova per il viaggio che ha proprio lo scopo di mediazione per evitare una escalation, Blinken ha dichiarato: “Non tutte, le richieste di Hamas sono realizzabili (ad esempio il completo e totale ritiro di forze armate dalla Striscia e la liberazione di 100 detenuti – ndr). Stiamo lavorando per chiudere l'accordo per il cessate-il-fuoco a Gaza, con proposte concrete, soprattutto per la delicata fase del dopoguerra, entro poche settimane, ma non possiamo dare garanzie sul successo finale del negoziato”.

Nel frattempo, il conto delle vittime dei feriti della follia israeliana su Gaza continua ad aumentare, giorno dopo giorno…

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