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Giordania - Al Maghtas, il sito del Battesimo che il mondo deve salvare

Aggiornamento: 17 nov 2022

Roberto Roggero - Qasr al-Yahud (“il castello”), in arabo Al-Maghtas, ("L'immersione”) è un luogo estremamente particolare, lungo il corso del fiume Giordano, dove Giovanni il Battista ha battezzato Cristo, mentre altre fonti storiche affermano che in quel punto il profeta Elia salì al cielo, o dove gli antichi israeliti attraversarono il Giordano dopo 40 anni nel deserto.

La zona si trova sulla riva orientale del Giordano, a nord del mar Morto ed è costituita da due distinte zone, Tell al-Kharrar, o Jabal Mar Elias (collina di Elia), e un'area vicina al fiume chiamata Zor, dove si trova l'antichissima chiesa di San Giovanni Battista, fatta erigere dall'imperatore bizantino Anastasio I Dicoro, e purtroppo andata distrutta durante un’inondazione e un successivo terremoto, ricostruita tre volte, fino ad essere definitivamente cancellata nel 7° secolo. Come accadde alla cappella di Santa Maria Egiziaca, eremita bizantina, distrutta nel terremoto del 1927.

Nei pressi passa un antichissimo sentiero che portava a Gerusalemme attraverso Gerico, Madaba, Monte Nebo e la Via Regia e, come diversi luoghi e siti archeologici, ha attraversato periodi drammatici. Nel caso specifico, la Guerra dei Sei Giorni, in cui il territorio fu fronte di combattimento e venne anche pesantemente minato.

Nel 2000, anno in cui papa Wojtyla tenne nel luogo una funzione privata, venne approvato un progetto di restauro, che per innumerevoli motivi, fra cui l’instabilità della situazione nei limitrofi Territori Palestinesi Occupati, subì pesanti ritardi, e nel 2003 venne danneggiato da pesanti inondazioni. Fra l’altro, da ricordare il vicino sito battesimale di Yardenit, sempre lungo il Giordano, aperto anch’esso a fedeli di tutte le confessioni e, come Qasr al-Yahud, Patrimonio Mondiale Unesco.

La rinascita del sito, si deve al principe Ghazi bin Muhammad di Giordania, per altro professore di filosofia e scrittore, cugino di re Abdallah II, studioso di storia delle religioni, che scoprì personalmente il sito dopo la guerra e fu promotore della bonifica dalle mine e dei successivi scavi archeologici. Fu lo stesso principe ad accogliere papa Benedetto XVI nel maggio 2009, in un incontro all’insegna della coesistenza di tutte le fedi.

Gli scavi hanno riportato alla luce testimonianze e strutture dell’Età del Bronzo, resti di insediamenti greci, romani, naturalmente molti i segni della presenza cristiana fino al 5° secolo, attraverso gli anni delle persecuzioni, i resti del monastero bizantino di Rhetorios, e altri passaggi di civiltà, culture e religioni diverse.

Nel 2002, Qasr al-Yahud ha visto la prima celebrazione mondiale come luogo in cui Cristo ricevette il battesimo. Sono stati rinvenuti reperti di una chiesa con una sala colonnata, pavimenti in marmo a disegni geometrici, gradini in marmo nero e una grande piscina, tutte strutture realizzare intorno al 570. Sono stati riportati alla luce le grotte note come celle eritiche dei monaci, tombe del periodo bizantino e dei primi tempi dell’Islam, oltre a monete e ceramiche. Un luogo decisamente particolare, si diceva, che segna il principio di una civiltà, e che oggi rischia di essere dimenticato.

Per questo, la Giordania si rivolge alla comunità internazionale, dal momento che Al-Maghtas appartiene al mondo.

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