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Guerra economica contro il Venezuela e contro Cuba

  • 6 ore fa
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Maddalena Celano (Assadakah News)

ATTO DI GUERRA ECONOMICA: USA Sequestrano Petroliera, Violando la Sovranità di Due Nazioni Libere

Data: 10 Dicembre 2025

Il sequestro della petroliera venezuelana diretta a Cuba non è un incidente, ma un premeditato atto di guerra economica. Gli Stati Uniti, con la forza bruta, hanno compiuto un flagrante atto di pirateria di Stato, dimostrando al mondo che la loro "legge" è solo sinonimo di dominio e sopruso.

Sequestrare una petroliera, sottrarre il carburante destinato a un popolo già sottoposto da decenni a un soffocante embargo, compiere un’azione navale non autorizzata da alcun organismo internazionale: tutto questo, agli occhi di Cuba, del Venezuela e di una larga parte del Sud globale, non è un semplice episodio geopolitico, ma un crimine di Stato. È un atto di pirateria di Stato che mostra quanto gli Stati Uniti continuino a comportarsi come una potenza imperiale che non riconosce né limiti né sovranità altrui. La maschera della diplomazia è caduta: resta solo la forza.

Cuba Sotto Strangolamento: Il Carburante Sottratto

Per Cuba, il carburante venezuelano non è un lusso, è la linfa vitale che permette a ospedali, ambulanze, cliniche e infrastrutture essenziali di sopravvivere. È l'unica difesa contro l'embargo criminale imposto da Washington da oltre sessant’anni, un blocco che mira a paralizzare l'isola.

La petroliera sequestrata trasportava parte di quel sostegno vitale, frutto di accordi bilaterali pienamente legittimi tra due nazioni sovrane, Cuba e Venezuela. Non esiste risoluzione ONU, nessun tribunale, nessun mandato globale che autorizzasse l’intervento statunitense. Eppure la nave è stata fermata con la violenza, e il petrolio è stato rapinato come se la Marina americana fosse la flotta di un predone coloniale, e non la forza armata di uno Stato che si definisce democratico.

Cuba ha denunciato con forza l’accaduto come un’aggressione diretta all'intera popolazione. Il carburante sottratto è destinato a far funzionare i generatori salvavita negli ospedali, a garantire i mezzi di soccorso, a alimentare il trasporto pubblico.

> Ogni litro rubato è un atto di crudeltà, un peso deliberato sulle spalle di anziani, lavoratori, studenti e, soprattutto, dei malati. Questo blocco energetico non dichiarato — che i popoli del Sud globale chiamano senza mezzi termini terrorismo energetico — mira a generare fame, caos e instabilità sociale, sperando di piegare l'isola non tramite il dialogo, ma tramite la sofferenza.

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La Rapina del Venezuela: Ristampare la Dottrina Monroe

Dal Venezuela, la reazione è stata la giusta indignazione: l'atto è un furto sfacciato delle risorse naturali venezuelane. Non è un’esagerazione retorica, ma la cruda realtà di ciò che accade quando una superpotenza usa le sue "sanzioni" interne per giustificare il dominio extraterritoriale.

Per Caracas, gli Stati Uniti non agiscono per il rispetto della legge, ma per soffocare economicamente un Paese che non ha mai accettato di sottomettersi. Sequestrare una petroliera fuori dalla giurisdizione americana significa dichiarare il Mar dei Caraibi un cortile privato e ristampare la vecchia e nefasta dottrina Monroe, secondo cui nell’emisfero occidentale tutto deve avvenire solo secondo gli interessi di Washington.

La Violazione Criminale del Diritto Internazionale

È un obbligo morale leggere l’episodio come una violazione criminale di ogni norma del diritto internazionale. Le sanzioni statunitensi sono mere leggi domestiche, non trattati globali, e non possono in alcun modo essere imposte con la forza a navi di Paesi sovrani.

La sottrazione del petrolio non è quindi un’applicazione della legge, ma un intervento piratesco unilaterale che calpesta la libertà di navigazione, pilastro della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare.

Per i media latinoamericani e mediorientali, ciò che gli USA hanno fatto equivale a un blocco navale de facto, non dichiarato, non regolato, ma esercitato attraverso la forza e la minaccia. È un monito arrogante indirizzato a tutto il mondo: "Chi non segue le nostre regole, subisce la nostra punizione".

In tutto questo, emerge un modello di comportamento che il mondo deve condannare: un modello coloniale, arrogante e punitivo. Un modello che non riconosce la parità tra Stati, ma impone la forza bruta mascherata da legalità.

Condannare questo crimine significa schierarsi dalla parte della sovranità nazionale, del diritto inalienabile dei popoli a commerciare liberamente e a non essere strangolati dalla coercizione economica.

Oggi, come ieri, Cuba e Venezuela gridano al mondo che l’indipendenza non è in vendita e che ogni abuso contro un popolo che lotta per la propria autodeterminazione è un abuso contro tutti.

Articolo di Maddalena Celano, 11 dicembre 2025

 

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