top of page

Iran e Italia - Nuovi colloqui indiretti con gli USA sul nucleare



Maddalena Celano (Assadakah News) - Roma crocevia della sovranità: l'Iran conferma nuovi colloqui indiretti con gli USA sul nucleare

Roma torna ad essere teatro della lotta diplomatica per l’autodeterminazione dei popoli. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha confermato che il prossimo round dei negoziati sul nucleare iraniano con gli Stati Uniti si svolgerà nella capitale italiana. “Ogni negoziato parte da divergenze e l'obiettivo dei negoziati è risolvere le differenze e raggiungere un'intesa comune. Il prossimo round sarà a Roma”, ha dichiarato Araghchi, come riportato dall’agenzia Mehr.

Si tratta di colloqui indiretti, condotti dal Sultanato dell’Oman, che si è affermato come mediatore affidabile tra l’Iran e l’Occidente. “A condurre i colloqui è l’Oman e, per motivi logistici, è stato deciso di tenerli a Roma”, ha spiegato il ministro a margine di una riunione del governo iraniano.


Teheran resiste: diplomazia come risposta alla pressione imperiale


Questi negoziati avvengono in un contesto di continue pressioni da parte dell’Occidente, con un regime di sanzioni unilaterali che pesa da anni sul popolo iraniano. Dopo il tradimento unilaterale del JCPOA da parte degli Stati Uniti nel 2018, l’Iran ha scelto la via della resistenza strategica, pur mantenendo aperta la porta della diplomazia. Il format dei colloqui, che avvengono in forma indiretta, riflette la sfiducia maturata da Teheran verso Washington, ma anche la determinazione a evitare lo scontro frontale.

Dopo i primi incontri in Oman, il secondo round si è svolto il 19 aprile a Roma, nell’ambasciata omanita. Il terzo si è tenuto nuovamente a Muscat. Il quarto è previsto per sabato prossimo, ancora una volta nella capitale italiana.




Il contesto: Iran sotto assedio, ma saldo nella difesa della sua sovranità


Negli ultimi anni l’Iran ha intensificato il proprio programma nucleare in risposta all’abbandono del JCPOA da parte degli Stati Uniti e al mancato rispetto degli impegni da parte europea. L’AIEA ha confermato livelli più elevati di arricchimento dell’uranio, ma Teheran continua a ribadire che il proprio programma è a scopo civile. Le accuse occidentali, spesso alimentate da propaganda e disinformazione, mirano a criminalizzare un diritto legittimo: quello allo sviluppo tecnologico e scientifico indipendente.

Nel frattempo, la guerra ibrida contro l’Iran continua: sanzioni, sabotaggi, cyberattacchi e pressioni diplomatiche tentano invano di piegare un Paese che, nonostante tutto, continua a dialogare, a proporre intese e a rilanciare la pace regionale.


Roma neutrale? L’Italia può ancora scegliere da che parte stare


Il fatto che Roma sia stata scelta come sede dei negoziati non è irrilevante. L’Italia, nonostante l’allineamento atlantico, ha mantenuto negli anni rapporti storici con Teheran, improntati al rispetto reciproco. Ospitare questi incontri offre all’Italia un’occasione importante per smarcarsi dalle politiche di aggressione e dimostrarsi alleata del dialogo tra i popoli.

L’ambasciata dell’Oman in Italia diventa così un luogo simbolico: da qui può ripartire un cammino di giustizia, equità e cooperazione multillaterale.


Il dialogo come strumento di resistenza


Il quarto round dei colloqui a Roma rappresenta una tappa cruciale. L’Iran chiede ciò che gli spetta: la rimozione delle sanzioni e il rispetto degli accordi internazionali. Gli Stati Uniti, se davvero vogliono la pace, dovranno abbandonare la logica delle minacce e del ricatto. La diplomazia non può essere una copertura per l’imposizione. Deve essere uno strumento di riconoscimento reciproco.

Roma, oggi, è chiamata a scegliere: essere vassalla della guerra o culla della pace. E con essa, tutta l’Europa.



Comments


bottom of page