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Italia – La Comunità Armena nel 106° anniversario del genocidio

Talal Khrais – Mi congratulo con la comunità armena che ha dimostrato unità e audacia questa anno in occasione della ricorrenza del 106mo anniversario della memoria promuovendo tante iniziative su tutto il territorio italiano. Il 24 aprile è stata la ricorrenza del il 106° anniversario della memoria dell’immane tragedia definita da papa Francesco “Il primo genocidio del XX secolo” di cui fu vittima il popolo armeno nel 1915. I Martiri della Chiesa Armena sono stati commemorati a Roma, domenica 25 aprile con una celebrazione ecumenica per la pace dal titolo “Preghiera con i Martiri del Genocidio Armeno”, su iniziativa di S.E. l’arcivescovo Khajag Barsamian, Rappresentante della Chiesa Apostolica Armena presso la Santa Sede, e di S.E. cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina. Hanno Partecipato alla cerimonia S.E. il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, gli Ambasciatori della Repubblica di Armenia presso la Santa Sede, S.E. Garen Nazarian, e presso la Repubblica Italiana, S.E. Tsovinar Hambardzumyan, nonché vescovi e sacerdoti delle Chiese armene, apostolica e cattolica. Erano presenti di varie Chiese, ortodossa copta, ortodossa romena, anglicana, evangelica luterana e metodista. I martiri sono stati ricordati altresì con una Santa Messa in rito armeno, celebrata presso il Pontificio Collegio Armeno, nel Giorno della Memoria armena, sabato 24 aprile. La cerimonia era presieduta da S.E. mons. Raphael Minassian, arcivescovo degli armeni cattolici di Armenia, Georgia, Russia ed Europa Orientale.


S.E. cardinale Leonardo Sandri


In occasione il coordinamento delle Organizzazioni e Associazioni Amene in Italia ha lanciato un appello: “Insieme, denunciamo l’aggressione militare turco-azero-jihadista contro la Repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh) nel settembre 2020, nonché la deriva espansionistica di Erdogan e Aliyev che costituiscono per l’Armenia e la Diaspora, una minaccia seria. Insieme, invitiamo le istituzioni della Repubblica a non confondere la politica estera con gli affari che diventano alibi per il silenzio sulle violazioni dei diritti umani e sulle verità storiche, offuscando i segnali d’allarme di crimini contro l’umanità che possono ancora essere prevenuti e condannati . Chiediamo alle stesse di adoperarsi in tutte le sedi bilaterali e multilaterali affinché la Turchia faccia i conti con la storia e riconosca le responsabilità dell’Impero Ottomano nel genocidio del popolo armeno e l’Azerbaigian rilasci senza precondizioni le centinaia di prigionieri civili e militari armeni dalle carceri azere. Insieme, stigmatizziamo a sei mesi dalla guerra contro l’Artsakh (Nagorno Karabakh), la distruzione del patrimonio artistico e religioso cristiano armeno nei territori conquistati dall’Azerbaigian, così come è avvenuto in Turchia dopo il genocidio, nonché la politica di armenofobia nei confronti di tutti gli armeni nel mondo. Il Friuli Venezia Giulia si impegni per il riconoscimento del genocidio del popolo armeno”.


L' ambasciatrice armena in Italia, S.E. Tsovinar Hambardzumyan


Lo auspica in una nota il consigliere regionale Alberto Budai (Lega), rifacendosi a quanto da lui chiesto in una mozione tematica che verrà discussa la prossima settimana dal Consiglio regionale Fvg e, al tempo stesso, ringraziando “i colleghi che trasversalmente hanno reso possibile l’inserimento nell’ordine del giorno dell’argomento, proprio a ridosso del 24 aprile, giornata in cui viene commemorato il genocidio dagli armeni”. “Ritengo fondamentale che la nostra comunità autonoma si esprima in maniera chiara, intraprendendo ogni azione necessaria per il riconoscimento del genocidio degli armeni: un popolo fiero che ha sopportato, e sopporta, tanti soprusi e che merita il nostro sostegno”. “Non si tratta di un’iniziativa isolata, ma si aggiunge – continua l’esponente pentastellato – a una serie di azioni da parte di numerose Istituzioni tra le quali, ultima in ordine di tempo, la decisione del presidente degli Stati Uniti di riconoscere come genocidio l’uccisione di 1,5 milioni di armeni durante la Ia guerra mondiale da parte dell’impero Ottomano. La libertà dei popoli, la possibilità ad autodeterminarsi e la tutela delle identità locali – conclude Budai – costituiscono valori fondanti che mi hanno spinto, molti anni fa, a intraprendere il mio percorso politico. Oggi come ieri farà sempre tutto quanto mi è possibile, affinché i diritti fondamentali di ognuno non vengano prevaricati e le violazioni del diritto internazionale siano sempre perseguite”.

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