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Italia-Marocco - Ambasciatore Salzano celebra storica amicizia

  • 13 ore fa
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Assadakah News - Dialogo, rispetto reciproco e sviluppo condiviso: sono le tre direttrici su cui l'Italia intende rafforzare il proprio partenariato con il Marocco, valorizzando una relazione fondata su radici storiche, affinità culturali e una comune vocazione mediterranea. E' questo il messaggio che l'ambasciatore d'Italia a Rabat, Pasquale Salzano, ha voluto trasmettere nella sua lectio magistralis pronunciata a Fe's, in occasione delle celebrazioni per i due secoli di relazioni diplomatiche tra i due Paesi. L'incontro si è svolto in una cornice altamente simbolica: Fe's, cuore spirituale e intellettuale del Marocco, sede della più antica università del mondo arabo, al Qarawiyyn, fondata nell'859 e tuttora tra i più prestigiosi centri di studi islamici e umanistici. Da secoli la città rappresenta un crocevia di saperi e civiltà, punto d'incontro tra Oriente e Occidente. Pronunciare un discorso di questo respiro proprio a Fe's - ha sottolineato l'ambasciatore – significa "tornare all'alba delle relazioni tra l'Italia e il Marocco e riconoscere la continuità di un dialogo che attraversa i secoli".

Pasquale Salzano, ambasciatore d'Italia in Marocco
Pasquale Salzano, ambasciatore d'Italia in Marocco

L'ambasciatore ha richiamato anche la missione diplomatica italiana del 1875, guidata da Luigi Scovasso e immortalata nel celebre dipinto di Stefano Ussi, come momento fondativo del dialogo moderno tra Roma e Rabat. All'interno di quella spedizione, ha ricordato Salzano, vi era anche Edmondo De Amicis, che nel suo Marocco descrisse il Paese non come un "altrove esotico", ma come uno spazio di incontro tra civiltà. Nel suo intervento, Salzano ha collocato le relazioni italo-marocchine nel quadro più ampio della visione italiana di cooperazione euro-mediterranea e del Piano Mattei per l'Africa, definito "un metodo di co-sviluppo fondato sulla pari dignità, la formazione e lo sviluppo condiviso". Tale impostazione, ha spiegato, rispecchia "la convinzione comune che il futuro non appartenga alle economie isolate, ma alle società capaci di collaborare". Rendendo omaggio alla visione di modernizzazione e apertura del Regno sotto la guida del re Mohammed VI, l'ambasciatore ha sottolineato la capacità del Marocco di "coniugare identità e progresso, proiettando la propria eredità nel futuro", trovando nell'Italia un "partner attento e solidale". Un passaggio, quest'ultimo, che riconosce il ruolo del sovrano come promotore di stabilità e sviluppo nel contesto regionale.

La lectio, dal titolo "L'alba delle relazioni italo-marocchine", ha ripercorso le tappe principali della storia comune tra i due Paesi, dalle antiche rotte mercantili medievali al Trattato di Amicizia e di Commercio del 1825 tra il Regno di Sardegna e il Sultanato del Marocco, considerato la prima pietra di una cooperazione istituzionale destinata a durare nel tempo. Salzano ha ricordato come "le città marinare italiane e i porti marocchini furono i primi laboratori di un Mediterraneo condiviso", luoghi di scambio dove la lingua del commercio si intrecciava con quella della conoscenza. Un rapporto, ha aggiunto, che nel corso dei secoli si è trasformato in "una trama viva di relazioni umane e culturali, capace di resistere ai cambiamenti della storia".

Il discorso ha quindi ribadito il ruolo dell'Italia come ponte naturale nel Mediterraneo, "un mare che non è frontiera ma laboratorio del futuro", dove cultura, energia e formazione possono diventare strumenti di stabilità e prosperità condivisa. "La conoscenza - ha detto Salzano – è la prima forma di cooperazione tra i popoli: il punto di partenza di ogni vera diplomazia". Un messaggio che, nel contesto di Fe's e della sua università millenaria, assume un valore emblematico: il sapere come fondamento del dialogo e la cultura come linguaggio universale della pace, nel solco di una relazione che da due secoli unisce Italia e Marocco in uno spirito di fiducia, amicizia e collaborazione mediterranea.

Uno scorcio dell'università Al Qarawiyyn
Uno scorcio dell'università Al Qarawiyyn

A Fes, capitale culturale del regno, la memoria è scritta nelle mura antiche e nelle tracce della storia. "Ogni relazione tra Stati come tra persone, nasce da un gesto di riconoscimento - dice l'ambasciatore alla platea di intellettuali e appassionati di storia - Il tempo la trasforma, ma la sua essenza resta. Così è per il legame tra l'Italia e il Marocco: se oggi celebriamo due secoli di relazioni diplomatiche, è perché le loro radici affondano in una storia molto più antica, fatta di viaggi, di incontri e di scambi che precedono la diplomazia moderna". Un approfondimento tra eventi e curiosità rivela i legami tra le due sponde del Mediterraneo, tra le nostre città d'acqua e di cultura e quelle del Marocco. Scambi di tradizioni e saperi, di merci e lettere. "Le città marinare italiane e i porti marocchini furono i primi laboratori di un Mediterraneo condiviso - continua Salzano - dove la lingua del commercio si intrecciava con quella della cultura e del rispetto reciproco.

Era una diplomazia senza protocolli, ma con un linguaggio universale: quello della curiosità e della fiducia". Ma da qui ebbe origine tutto: "Da questa lunga consuetudine nacque, due secoli più tardi, la volontà di dare una forma duratura a un'amicizia già esistente. Un'amicizia che il Trattato di Amicizia e di Commercio del 1825, concluso tra il Regno di Sardegna e il Sultanato del Marocco, consacrò nel rispetto reciproco e nel riconoscimento della sovranità di ciascuno". Un legame dal valore simbolico, "due nazioni che si tendevano la mano in nome della cooperazione, anticipando una visione moderna del Mediterraneo come spazio di equilibrio e di scambio". Poi dopo missioni e incontri, "le relazioni tra l'Italia e il Marocco hanno attraversato tutto il XX secolo mantenendo una notevole coerenza di spirito. Anche mentre il mondo cambiava rapidamente, il legame umano e culturale tra i nostri Paesi restava intatto". Per concludere che "Generazioni di italiani e marocchini si sono incontrate nelle scuole, nei cantieri, nelle università, nei laboratori artistici e nelle imprese... Sono stati insegnanti, architetti, medici, studenti, imprenditori, donne e uomini che, con discrezione e costanza, hanno contribuito a costruire un dialogo quotidiano fatto più di gesti che di parole. È grazie a questa trama viva di relazioni che l'amicizia tra le nostre due nazioni non ha mai perso vitalità. Due secoli dopo, il Mediterraneo ci invita a immaginare un nuovo modello di cooperazione. L'Italia e il Marocco condividono la stessa convinzione: il futuro non appartiene alle economie isolate, ma alle società capaci di collaborare".

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