L' Italia mobilitata per Gaza
- 5 giorni fa
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Maddalena Celano (Assadakah News) - L'Italia si mobilita per Gaza: sciopero generalizzato, piazze piene, solidarietà che non si piega
22 settembre 2025 – Oggi in Italia è stata una giornata che difficilmente si dimentica: uno sciopero generale nazionale indetto dai sindacati di base (USB, CUB, ADL, SGB) ha bloccato servizi pubblici, scuole, trasporti, università, con un messaggio chiaro e forte: basta al genocidio in Palestina, basta al sostegno implicito alle politiche di occupazione e repressione. Da nord a sud, le piazze sono esplose nella solidarietà.

Le piazze italiane gridano: “Free Palestine”
Roma. È qui che forse si è percepito più chiaramente il sentimento collettivo che cresce. I numeri sono alti: secondo le Questure almeno 20-30 mila persone in corteo, secondo gli organizzatori “decine di migliaia in arrivo”.
Partito da Piazza dei Cinquecento, il corteo ha raggiunto Porta Maggiore, invadendo la Tangenziale Est, passando da Scalo San Lorenzo, procedendo verso Piazza Vittorio.
Azioni studentesche, con lanci di uova contro l’Ufficio scolastico regionale, occupazioni universitarie (‘Sapienza’) e presidi si sono unite al corteo.
Milano. Tensione alta. Cortei che si sono avvicinati alla Stazione Centrale, scontri con la polizia, vetrine infrante, lancio di oggetti. Alcuni manifestanti hanno bruciato una bandiera degli Stati Uniti davanti al consolato.
I trasporti cittadini hanno subito forti rallentamenti, con linee metropolitane e bus penalizzati dallo sciopero.
Bologna. Piazza Maggiore gremita già in mattinata: manifestanti che da piazza Maggiore, piazza del Nettuno e vie limitrofe si sono mossi in corteo. Blocco dell’autostrada A14, ingresso in tangenziale, fumogeni, idranti, tensioni quando alcuni manifestanti hanno tentato di entrare sulla carreggiata.
Torino, Pisa, Napoli, Genova, Bari e altre. Azioni diffuse: occupazioni di binari, blocchi portuali, presidi sotto consolati, sit-in. A Napoli bruciate foto di Netanyahu e Meloni; a Torino manifestanti sui binari della stazione Porta Nuova; a Genova bloccati varchi portuali; a Pisa migliaia in corteo verso l’aeroporto; a Bari cortei dal molo passano davanti al consolato israeliano.

Una mobilitazione in crescita, con un messaggio chiaro
Questa è più di una protesta: è un appello civile, un segnale che da ampie fasce della popolazione arriva la richiesta di non voltarsi dall’altra parte. Si sciopera contro:
il genocidio in Palestina, come lo chiamano manifestanti e organizzazioni;
le forniture di armi a Israele;
l’economia di guerra, le spese militari, la complicità indiretta;
chi governa che persiste nel silenzio o nell’azione, nonostante le violenze documentate.

A Roma, studenti, associazioni, operatori sociali e volontari di Emergency sono scesi in piazza; a Milano giovani e lavoratori; diffusamente, una partecipazione intergenerazionale che unisce chi non accetta che un diritto umano fondamentale come la pace sia considerato opinabile.

Criticità e scontri: la repressione non tace
Non sono mancati momenti di tensione:
Alla Stazione Centrale di Milano scontri con la polizia, con blocchi, vetrine danneggiate, uso di lacrimogeni.
Bologna: forze dell’ordine che hanno respinto manifestanti dalla tangenziale con idranti, sgomberi su arterie di traffico, uso della forza per liberare le strade.
Roma: chiusa la fermata Termini per ragioni di ordine pubblico, deviazioni dei mezzi, forti rallentamenti.
Perché oggi conta
Oggi ogni piazza è diventata testimonianza. Non è solo protesta contro la guerra: è denuncia del silenzio politico, della strumentalizzazione, della distanza tra chi decide e chi soffre. È un messaggio al governo italiano, all’Unione Europea, all’opinione pubblica mondiale: non possiamo restare spettatori.
CHI MANDA I MILITARI? CHI VENDE LE ARMI? CHI CHIUDE GLI OCCHI? Sono domande che non si possono zittire.

Sanitari per Gaza a Roma, alla Stazione Termini
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