Ziad Rahbani ci ha lasciato.
- 26 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 27 lug

Assadakah News Laura Allegrini
Mi arriva un messaggio di un amico libanese con un solo nome : ZIAD RAHBANI...
sento una fitta al cuore, perché da qualche giorno lo penso, sapevo che stava poco bene. Vado di corsa su Facebook e internet e leggo della sua dipartita.

Non nego che mi sono scese le lacrime. Non sono riuscita a cantare ancora una volta con lui, ma prometto che gli dedicherò un concerto in Italia. È stata la cosa più bella che potesse accadermi in Libano, cantare con lui, l'esperienza più forte.
"Sei molto fortunata - mi dicono ancora oggi - non sai quanti musicisti e cantanti libanesi vorrebbero lavorare con lui."
Addio genio assoluto, astro musicale, che per primo hai accostato la musica occidentali al canto arabo, il jazz alla voce inconfondibile di Fairuz.
Voglio scrivere qui di seguito un breve brano dedicato a Ziad Rahbani, tratto del libro di poesia e racconti del Libano che sto preparando.

DACCAPO
(Durante le prove del concerto con Ziad Rahbani)
Daccapo è l'unica parola che il Maestro Ziad Rahbani pronuncia in Italiano durante le prove. Il linguaggio musicale ha conservato questa ed altre parole italiane.
"Daccapo" ripete Ziad ai musicisti, affinché ricomincino la canzone.
Ogni volta che la pronuncia mi volto, come se avesse fatto il mio nome. É strano come questa unica parola possa farmi sentire a casa.
Ma Daccapo è la stessa parola che mi sono detta centinaia di volte, tutte le volte che, volente o nolente, dovevo ricominciare daccapo.
Poi tocca a me. Finisco di cantare "Sabah w masaa" e tutti i musicisti e le coriste si lanciano in un grande applauso che mi emoziona.
Guardo Ziad Rahbani e gli chiedo: “Daccapo?”
- “No, it’s ok” risponde lui.
Peccato, avrei voluto sentirmi a casa.
Beirut, Hamra, 20 giugno 2019







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