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Lega Araba - Segnali positivi per riammissione della Siria

Assadakah Cairo - Il Medio Oriente, oltre che l’importanza geopolitica, è noto per i rapidi cambiamenti degli equilibri regionali. In tal senso, oggi uno dei temi principali che la Lega Araba sta esaminando, è la riammissione della Siria, esclusa dal 2011 a causa della drammatica guerra civile. E se dal 2011 l’assetto mediorientale è stato caratterizzato da una determinata politica dettata dall’esclusione della Siria, la riammissione di Damasco cambierà nuovamente tali equilibri, come già sta avvenendo per il riavvicinamento fra Arabia Saudita e Iran, e delle conseguenti aperture delle relazioni diplomatiche fra i Paesi della Regione.

La Lega Araba dimostra di essere pienamente in grado di ricoprire il proprio ruolo, poiché la riammissione della Siria darebbe l’occasione di una promettente ricostruzione, dopo il conflitto civile e soprattutto dopo il terribile terremoto del 6 febbraio.

Rimane il fatto che la strada della ricostruzione è tutt’altro che facile e breve, tuttavia i segni positivi ci sono, soprattutto il fatto che il presidente Assad sia stato invitato al prossimo meeting della Lega Araba in programma a Riyadh, sebbene all’interno della Siria esistano ancora divisioni fra chi sostiene Assad e chi invece è ancora all’opposizione, ma di certo Damasco ha estremo bisogno dei contributi della Lega Araba per la ricostruzione, in particolare dai Paesi del, in particolare Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar. Inoltre, sarà necessario discutere il futuro dei circa sei milioni di siriani sparsi fra Libano, Giordania e Turchia, che appartengono in maggioranza alla parte sunnita.

Punto fondamentale è la necessaria rimozione delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti, perché riguardano ogni associazione, ditta, organismo che a che fare con il governo di Assad. La speranza è che questi Paesi arabi, una volta riallacciati i rapporti con la Siria, facciano pressione per mettere da parte le sanzioni internazionali. Non è possibile affrontare la ricostruzione della Siria senza aver tolto le sanzioni.

Nella politica non c’è niente di stabile, per questo esiste la possibilità che gli USA, i quali non hanno più la stessa ingerenza di un tempo nella regione, cambino strategia, a fronte di possibili vantaggi, a livello economico e politico, perché la strategia americana messa in atto fino ad oggi non ha certo dato i risultati sperati.

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