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Libano - Ancora nulla elezione del presidente

Assadakah Beirut - Per la dodicesima volta il sistema politico del Libano no è riuscito a decretare il nuovo presidente della Repubblica e sbloccare lo stallo da mesi in atto. Gli elettori del Parlamento hanno tenuto una sessione, il 14 giugno, per scegliere il successore dell’ex presidente Michel Aoun, il cui mandato è terminato lo scorso ottobre, ma i disaccordi hanno impedito di raggiungere la quota richiesta.

La competizione principale era tra Jihad Azour, ex ministro delle Finanze e alto funzionario del Fondo Monetario Internazionale (FMI), e Sleiman Frangieh, leader del partito Marada la cui famiglia ha una lunga tradizione nella politica libanese.

Per essere eletto, il nuovo presidente deve ottenere almeno il voto di 86 legislatori su 128. Azour, durante il primo turno, ha ottenuto 59 voti, mentre il suo avversario Frangieh ha ottenuto 51 voti. Nessuno è quindi riuscito ad ottenere la maggioranza richiesta. Diciotto legislatori hanno espresso schede bianche o voti di protesta o hanno votato per candidati di minoranza.

Il Libano ha un complesso sistema politico basato sul Patto Nazionale, accordo non scritto fra le forze politiche, concordato per la prima volta nel 1943 per stabilire una rappresentanza basata sulla fede e la condivisione del potere. In base al patto, il presidente e il comandante dell’esercito devono essere cristiani maroniti, mentre il primo ministro deve essere musulmano sunnita e il presidente del parlamento musulmano sciita. Le posizioni di vicepresidente del parlamento e vice primo ministro sono ricoperte da cristiani greco-ortodossi e il capo di stato maggiore delle forze armate è sempre druso. Gli stessi parlamentari sono divisi secondo un sistema di quote, con un rapporto di 6:5 richiesto tra cristiani e musulmani e drusi.

Il Libano sta attraversando una grave crisi economica, iniziata nel 2019, alla quale si aggiunge la instabilità politica, caratterizzata da un sistema che ha sofferto a lungo di corruzione e cattiva gestione da parte della classe politica. La crisi ha portato alla chiusura delle scuole e ha lasciato migliaia di famiglie in condizioni di emergenza.

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